Bravissimo quando ha scelto Nino Di Matteo per svelare i misteri sulle stragi di mafia, pessimo quando lo ha rimosso. Federico Cafiero de Raho ha suscitato sentimenti opposti in poche settimane. “Finalmente avremo la verità”, gridavano gli ultras del pubblico ministero della Trattativa inserito dal procuratore nazionale antimafia nel pool di sostituti che indagheranno sui misteri delle stragi e i mandanti esterni. “Che scandalo, è il segnale che la trattativa prosegue”, urlano ora sui social gli stessi supporter.

In mezzo c’è l’intervista rilasciata da Di Matteo ad Andrea Purgatori in cui parlava delle indagini. “Nessuna rivelazione, fatti noti”, dicono i sostenitori del pm. Il punto è che per anni le interviste rese dai magistrati, e la voce di Di Matteo è sempre stata fra le più ascoltate, sono state la normalità. All’inizio fu Antonio Ingroia a riempire con la sua presenza salotti televisivi e prime pagine della carta stampata. Poi, via via, tutti gli altri lo hanno seguito a ruota. Una ruota libera, senza freni inibitori, a volte invasiva. Il processo sulla Trattativa Stato-mafia si è celebrato sui media ancor prima che in aula, dove è giunta l’eco colpevolista di un’opinione pubblica cresciuta a pane e dibattiti tivvù.

E che dire dei teatri pieni per le presentazioni di libri, anche Nino Di Matteo ne ha scritto uno e il magistrato è andato in tournée a presentarlo finendo, inevitabilmente o volontariamente, per parlare del processo in corso e delle indagini future. Cafiero de Raho ci è passato sopra. Così come è passato sopra al fatto che il Csm avesse aperto un procedimento disciplinare sulla magistratura, di cui Di Matteo faceva parte, che si è bevuta le bugie di Scarantino sulla strage di via D’Amelio.

Nulla ha scalfito le scelte del procuratore nazionale antimafia. Infine è arrivata l’intervista a Purgatori nello speciale de la La 7 sull’eccidio di Capaci e Cafiero De Raho, che per la verità non lesina le pubbliche dichiarazioni, deve avere pensato che la misura fosse colma. Altra intervista, altra corsa: e così si è interrotto il rapporto di fiducia con Di Matteo, inghiottito dal circo mediatico che ne ha fatto una star fuori dalle aule di giustizia.