Io essere commerciante cavernicolo, di mente antica e pigra. Io odiare progresso inteso come infinita scelta di possibilità. Io nostalgico di quando tu non potere scegliere, o questo o niente. Io uomo fedele alle tradizioni, che per questo fatica a stare appresso all’evoluzione culinaria.

Prendi il cannolo scomposto. Ora ho scoperto che esiste pure la cassata scomposta. A posto siamo. Io non essere pronto a tutto questo. Io faticare a stare dietro alle mode, al mercato. Io asino di marketing, dico sempre che ora imparo e poi non imparo mai.

Io avere un bar e per me Santa Lucia essere finale Champions League. Io ogni 13 dicembre giocare sempre finale di Champions League. Ma io giocarla a modo mio, modulo classico, un bel catenaccio alla Nereo Rocco. Fosse per me sarebbero solo carne e burro, ma voi dite me che non si può. E allora mi “allargo” un po’, ma giusto per non venire associato all’era dei dinosauri. E allora vada anche per spinaci, cioccolato, funghi e salmone.

Essere il massimo di mia concessione a modernità, ad ammiccamento social, a ruffianeria che ogni putiàro che si rispetti ha il dovere di avere. Io però essere sempre quell’uomo lì, cavernicolo di cuore e di consumi e anche di scrittura. Più di questo io non potere. Voi perdonare me, come io perdonare voi che non vedete ora che sia 13 dicembre per arancina tofu, seitan, seme di coriandolo, riso basmati e pomodorini di Pachino. O essere Pechino?