Catania è a un passo dal default. Stavolta per davvero. A nulla sono valse le controdeduzioni del sindaco Salvo Pogliese, la cui elezione – appena quattro mesi fa – è stata l’inizio della fine. Una quantità industriale di problemi lo ha tenuto incollato alla poltrona col cerino in mano, “pensando all’ultima ora dell’uom fatale”. Ieri è arrivata la risposta della Corte dei Conti, ossia la magistratura contabile, sul ricorso presentato dal Comune di Catania contro la stessa corte, che aveva determinato il dissesto economico e finanziario dell’Ente. L’unica strada percorribile, adesso, è la dichiarazione del dissesto. Una presa d’atto che Pogliese ha sempre cercato di evitare (e rinviare). Ma non è più possibile andare oltre. C’è in ballo il destino di circa diecimila famiglie, tra dipendenti comunali e delle partecipate, ma anche fornitori. A Catania non si riesce più a pagare gli stipendi e Pogliese è in attesa dello sblocco dei finanziamenti da parte dello Stato per sopperire a una carenza divenuta strutturale.

L’Amministrazione Pogliese deve preparare la delibera di dissesto e portarla in Consiglio comunale entro i tempi fissati dall’assessorato regionale agli Enti locali: “Prediamo atto con amarezza di questo giudizio della magistratura contabile che toglie al Comune ogni possibilità di evitare il default”, esordisce il primo cittadino. “Fin dal nostro insediamento, quattro mesi addietro, consapevoli delle enormi difficoltà che ci venivano lasciate in eredità, abbiamo operato con scrupolo e coscienza e un impegno totalizzante, al fine di salvare il Comune e la città da una condizione di fallimento che mette in difficoltà i lavoratori, le imprese e i cittadini che usufruiscono dei servizi”. Ma la speranza è l’ultima a morire e Pogliese, che da poco tempo ha riposto in cantina lo spumante “buono” della sua affermazione elettorale, guarda avanti con discreta fiducia e immutato impegno: “Metteremo il massimo impegno per individuare, insieme ai tanti cittadini onesti di Catania, il percorso più idoneo per chiudere definitivamente con il passato, consapevoli che abbiamo radici forti, maturate in una città che ha sempre saputo risorgere dalle proprie ceneri”.