Il bullo numero uno, Matteo Salvini, si è sgonfiato l’altro ieri quando il Tribunale dei Ministri di Catania ha chiesto al Senato l’autorizzazione a processarlo per sequestro di persona, pena prevista da tre a quindici anni. Di colpo il truce ministro dell’Interno ha perso la spocchia dei giorni precedenti e, come un guappo di cartone, ha supplicato i Cinque stelle, suoi alleati di governo, di non consegnarlo nelle mani dei magistrati. Sarà pure una coincidenza ma si sta sgonfiando anche il bullo nostrano, l’impomatato di Palazzo d’Orleans, quello che ha fatto credere a Berlusconi di essere un mago dell’economia e della finanza. Messo alla prova della prima legge di Bilancio ha abborracciato quattro cifre inconcludenti e incomprensibili, costringendo l’Ars a penose acrobazie e il presidente Musumeci a figuracce meschine. La pacchia è finita. Anche per i bulli.