Doveva essere un Primo maggio di silenzio, una festa dei lavoratori sui generis. Ma a Palermo qualcuno ha scelto la via della protesta contro il governo Conte e, più propriamente, contro gli annunci del presidente del Consiglio: “Dichiaro ufficialmente di essere abbandonato dallo Stato. Ad oggi, la potenza di fuoco è inesistente. Fanno chiacchiere e promesse ma non hanno dato nulla, nessun sostentamento”, ha detto uno degli imprenditori che ha partecipato alla passeggiata di via Libertà, indetta dall’avvocato Stefano Santoro, ex direttore dell’Orchestra Sinfonica Siciliana. Erano in duecento: c’erano liberi professionisti, partite Iva e lavoratori autonomi in attesa del bonus da 600 euro, artigiani e commercianti in attesa di cassa integrazione, parrucchieri che non sanno quando riaprire. “O andiamo a rubare o moriremo di fame” ha spiegato uno di loro.

I conti non tornano nemmeno adesso che stiamo per entrare nella fase-2: “Protestiamo per la sospensione delle attività e per i mancati aiuti da parte del governo, il quale invece di rifare contributi a fondo perduto sta proponendo agli italiani di indebitarsi con le banche – ha detto Santoro -. Ho chiesto al presidente della Regione Nello Musumeci di mostrare coraggio e disattendere il decreto aprile del presidente del consiglio Conte e di disporre con propria ordinanza, in virtù dello statuto siciliano, di far aprire bar, ristoranti, parrucchieri, barbieri e negozi già dal 4 maggio poiché un altro mese di chiusura causerà la scomparsa di tanti esercizi pubblici e commerciali”. La manifestazione pacifica è stata interrotta dall’intervento della Digos. Ai tempi del Coronavirus non si può più neanche protestare.