Agricoltori in preghiera, come fedeli, per invocare la pioggia. E’ successo nel Nisseno, nei pressi di Marianopoli, e ancora a Carini, nel Palermitano, dove la processione penitente è partita dalla chiesa degli Agonizzanti (come i contadini) e si è snodata per le vie del paese. Non piove da settimane e i raccolti, in Sicilia, rischiano di fare una brutta fine. Così gli agricoltori hanno messo mano ad antiche credenze e invocato l’aiuto del Signore. A Marianopoli, nel granaio dell’Isola, si sono radunati in seicento. Non vedono pioggia da tre mesi e l’assenza di foraggio può mandare in crisi la stagione agraria. In questa occasione si è mobilitata anche la Diocesi.

La processione è cominciata dal santuario del Signore di Bilici, dopo la messa celebrata da monsignor Giuseppe La Placa: “I contadini sono preoccupatissimi, per la semina del grano serve la pioggia. Abbiamo chiesto tutti e con tutta la nostra fede che questa calamità della siccità possa cessare. Siamo preoccupati ma anche molto sereni, la pioggia arriverà ed avremo dei buoni raccolti. L’acqua, la pioggia da sempre sono il simbolo della relazione di Dio con gli uomini, il cielo prende l’acqua dalla terra e la restituisce all’uomo. Dio non rifiuta nulla al proprio figlio. Chiediamo il dono della pioggia, i frutti dai nostri campi, che possono essere numerosi”. Gli agricoltori hanno chiesto un segnale a Sant’Antonio Abate, loro protettore.

Manifestazioni anche nel Trapanese, fra Gibellina e Poggioreale, dove ci si rivolge però a Sant’Antonio da Padova. Il meteorologo Luca Mercalli fornisce la sua previsione: “A Nord la mia esperienza mi dice che in primavera si potrebbe ripianare questo deficit. Al Sud la situazione è più complicata, perché lì la stagione delle piogge è l’inverno – ha detto al Corsera – Se non riusciamo a ripristinare un equilibrio nel giro di un mese per il Sud potrebbe essere una situazione più rischiosa”.