C’è chi è arrivato addirittura a contarli, come il capogruppo di Diventerà Bellissima, Alessandro Aricò: sono 4.751 i lavoratori Asu che beneficeranno di una norma inserita nella prossima Finanziaria per essere stabilizzati. C’è chi, come il deluchiano Danilo Lo Giudice, ricorda che “quando sono nati i lavoratori socialmente utili probabilmente io ancora giocavo con le macchinette”. Mentre Luca Sammartino, presidente della commissione Lavoro, di Italia Viva, asserisce che “è stata vinta una battaglia di civiltà e dignità”. Tutta la politica siciliana, in maniera bipartisan, esulta alla notizia che gli Asu, che da anni (venti!) arricchivano le sacche di precariato della Regione – diffuso ancora a macchia d’olio, fra sigle e acronimi irripetibili – abbiano individuato una luce in fondo al tunnel. Addirittura la commissione Bilancio avrebbe – il condizionale è d’obbligo finché l’articolo non sarà votato anche in aula – triplicato la dotazione finanziaria da 5 a 15 milioni di euro.

Non importa, per il momento, come questa gente verrà stabilizzata. Quale lavoro andrà a svolgere, in che tempi e con quale stipendio. Vale di più la forza dell’annuncio. La sottolineatura dell’evento di liberazione. La paternità del gesto, tutto politico. E lo scatto del comunicato stampa – dal partito di Musumeci a quello di Renzi, passando per il Pd – serve a ribadirlo. D’altronde, i 4.751 precari – un terzo dei dipendenti regionali – sono una discreta platea elettorale, che al prossimo giro, e con famiglie al seguito, tornerà certamente utile.

A breve – scommettiamo? – sarà la volta degli ex Pip, quelli dell’Emergenza Palermo. Ad agosto la Corte Costituzionale ha impugnato la norma della Regione che prevedeva di farli confluire in Resais (un altro bacino di precariato storico). Ma la sorte dei 2.600 lavoratori, questa volta, è finita nel faldone del decreto Milleproroghe, approvato anche al Senato. Che da un lato sposta di un anno in avanti – al 31 marzo 2022 – la scadenza del loro impiego, dall’altro prova a farli uscire (lentamente) dalla palude. Magari alla vigilia del prossimo turno elettorale, in modo tale che qualcuno potrà ricordarsene e ringraziare. Nel frattempo, nella Sicilia he esulta per gli Asu, non c’è traccia di una Finanziaria reale. Si fa festa solo per i tagli e le clientele.

Rinviata a lunedì la seduta d’aula per Bilancio e Finanziaria

“Ancora un rinvio, ancora uno stop forzato ai lavori della commissione Bilancio: il governo si svegli, qualcuno dica a Musumeci che siamo già al 4 marzo e la Sicilia è ancora senza bilancio e senza legge di stabilità”. Lo dicono Giuseppe Lupo capogruppo PD all’Ars e Baldo Gucciardi vicepresidente della commissione Bilancio, a proposito del rinvio a lunedì della seduta d’aula prevista domani per iniziare l’esame a Sala d’Ercole dei disegni di legge di bilancio e di stabilità. “Un rinvio – aggiungono Lupo e Gucciardi – dovuto al ritardo nell’approvazione del rendiconto 2019 da parte del governo regionale, che sta rallentando l’esame della manovra in commissione Bilancio e che ha costretto il presidente dell’Ars a rinviare la seduta d’aula a lunedì”.