Salgono ancora i casi di Covid in Sicilia e stavolta anche i ricoveri nelle terapie intensive. E’ quanto emerge dal bollettino del 2 luglio emesso dal ministero della Salute. Che segnala 855 persone ricoverate negli ospedali (+6), delle quali 823 in area medica (+1) e 32 in terapia intensiva (+5) con cinque nuovi ingressi. Sotto il profilo numerico non c’è alcuna emergenza, anche se alla Regione non tutto procede da programma. Soprattutto nella consegna dei lavori da parte della struttura commissariale e del tandem Musumeci-D’Urso. Il primo commissario per l’emergenza, il secondo soggetto attuatore.

Qualche giorno fa, nel corso di un convegno organizzato (col Cefpas) al Castello Maniace di Siracusa, il governatore si era vantato perché “nell’ultimo anno abbiamo creato oltre 350 nuovi posti di terapia intensiva e sub-intensiva, abbiamo riqualificato i pronto soccorso, digitalizzato il servizio di emergenza del 118”. Sui posti di terapia intensiva, per la verità, i progressi sono assai più stringati. La commissione Salute dell’Ars, stimolata dagli interventi del rettore dell’Università di Palermo, Massimo Midiri, ha convocato Musumeci e D’Urso martedì alle 11.30 per “verificare e comunicare l’effettivo avanzamento dei lavori e i tempi realmente necessari a rendere disponibili alla collettività le importanti dotazioni infrastrutturali in corso di realizzazione, con particolare riguardo al plesso di Emergenza/urgenza e al correlato complesso operatorio” del Policlinico Giaccone di Palermo.

La situazione è analoga a Siracusa, dove il deputato del M5s, Giorgio Pasqua, lamenta un anno e mezzo di ritardo (effettivo) sulla consegna del nuovo pronto soccorso con annessa terapia intensiva. “I cronoprogrammi sono saltati pressoché tutti, adducendo tra le ragioni dei ritardi i mancati trasferimenti dallo Stato. Ma allora il ruolo del Commissario e del soggetto attuatore qual è, se si limitano a dire che la colpa è di qualcun altro? – lamenta a Repubblica il dem Antonello Cracolici – Come se non fosse già evidente, questa vicenda è la conferma che questa nomina è partita male e mi pare stia proseguendo anche peggio”.

D’Urso, spesso tratto in inganno dalla sua esuberanza, fu al centro di una mozione di censura lo scorso febbraio da parte dell’Ars (accusò alcuni parlamentari di aver truccato una votazione), ma Musumeci lo difese spiegando che “solo il contesto emergenziale mi impone di non adottare momentaneamente decisioni di maggiore portata, fino alla revoca dell’incarico conferitole, comprendendo che ciò avrebbe drastiche conseguenze sulla celere prosecuzione dell’attività affidata e, quindi, sulla concreta ultimazione di decine di cantieri nelle strutture sanitarie dell’Isola”. Ma questi cantieri procedono oppure no? Con il virus di nuovo in pressing, la domanda è più che lecita.

Fra le tante cose sfuggite all’occhio vigile dell’assessore Razza, inoltre, c’è il rinnovo dei contratti dei lavoratori delle Usca – le unità speciali di continuità assistenziale – che le Asp hanno prorogato per un mese. Senza tuttavia risolvere le gravi carenze, a partire dal taglio del monte ore, che penalizza l’erogazione del servizio.