Si incontreranno giovedì pomeriggio o venerdì mattina l’onorevole e l’assessore. Non sarà un incontro né bello né facile, ma forse servirà a fare chiarezza sul caso nel nuovo ospedale di Siracusa, ieri al centro di una manifestazione del centrodestra siracusano guidato da Stefania Prestigiacomo, conto il governo regionale di centrodestra e, segnatamente, contro il responsabile della sanità Ruggero Razza.

“I Siracusani sono oggi a Palermo per difendere il diritto alla salute della nostra comunità che la Regione intende scippare per continuare a rendere la provincia di Siracusa vassalla della ricca sanità catanese”, scrivevano di prima mattina i protestanti, piazzati con uno striscione sotto l’assessorato. “I siracusani non intendono più farsi abbindolare da una Regione che concentra a Catania tutti i presidi sanitari di alto livello senza alcuna giustificazione nelle normative vigenti e relegando le province di Siracusa e Ragusa a bancomat per mantenere le grandi strutture etnee”

“Siracusa – affermava la delegazione aretusea – ha diritto ad un Ospedale di II° Livello che costituisca un DEA di II livello (Dipartimento Emergenza e Accettazione) e quindi abbia i posti letto in più rispetto agli attuali, per i reparti che oggi non esistono a Siracusa. Se la Regione intende agire seriamente faccia chiarezza: o afferma che a Siracusa non si vuole assegnare un ospedale di II livello o per essere credibile aumenti i posti letto, la dotazione finanziaria e avvii le consequenziali modifiche alla rete ospedaliera. Il resto sono solo chiacchiere, senza nemmeno il distintivo”.

La reazione di Razza – che non s’è sognato di ricevere la delegazione né di farla ricevere da dirigenti dell’assessorato – non si è fatta attendere. All’ora di pranzo ha postato su Facebook: “Correva l’anno 2007, quando la deputata Prestigiacomo – 12 anni fa – annunciava il finanziamento di 51 milioni per il nuovo ospedale di Siracusa. 12 anni dopo, mentre il governo Musumeci aumenta la dotazione economica a 160 milioni di euro, individua un percorso amministrativo e lancia il progetto, la deputata e qualche suo sodale protestano, protestano, protestano…E raccontano fandonie, perché non accettano che il loro fallimento possa essere superato grazie al lavoro infaticabile di questi mesi. Andiamo avanti e non ci facciamo fermare. Siracusa avrà quello che merita. E speriamo la smettano i seminatori di odio di raccontare fandonie ai propri concittadini”.

Ma chi di Facebook ferisce di Facebook subisce le repliche e poco dopo Stefania Prestigiacomo ha risposto così: “Il permaloso assessore Razza, politicamente inesistente e caratterialmente insofferente alle critiche, deve chiedere al suo capo politico, di cui oggi è assessore-vassallo perché nonostante io avessi trovato più di 10 anni fa dei fondi per l’ospedale di Siracusa, il nosocomio non è stato mai realizzato. Il molto “social” assessore Razza quando parla di fallimento ha ragione. Ha fallito Siracusa, sconfitta da giunte regionali di ogni colore che hanno fatto la stessa identica politica sanitaria che il “nuovo” Razza continua a fare: quella di tenere il diritto alla salute dei siracusani e dei ragusani subordinato alle esigenze di cassa della ipertrofica sanità catanese. Lo smemorato assessore Razza se vuole conoscere un po’ di storia patria dovrebbe rivolgersi a chi lo ha messo lì in vetrina. Il presidente Musumeci, che quando io avevo 9 anni, era già consigliere comunale, che è stato sottosegretario in un Governo di Berlusconi, oltre che, contemporaneamente, Presidente della Provincia ed Eurodeputato, conosce bene tutte le storie e tutte le persone e gliele potrebbe spiegare. Il presidente Musumeci ha molti pregi e un difetto. Sceglie pessimi collaboratori: presuntuosi, saccenti, arroganti. E anche un po’ ridicoli quando promettono e minacciano: “Siracusa avrà quello che merita”. Magari. Finora ha avuto quello che non merita, un assessore come Razza che ha già chiuso neonatologia e pronto soccorso a Noto e ora annuncia (solo annuncia) il nuovo ospedale a Siracusa, ma l’ospedale che dice lui e nell’area che piace a lui. Ma non gli daremo pace perché difendiamo la nostra terra e il diritto della nostra comunità. Oggi come 10 anni fa”.

Nel pomeriggio è stato tutto un rincorrersi di commenti sulle pagine dei due protagonisti mentre le ore scorrevano inesorabili sotto l’assessorato da cui non usciva né un ma né un ba. La Prestigiacomo difetti ne ha assai, ma non è tipo che si arrende. Razza voleva trattare i siracusani con lo striscione da ignavi (“Non ragioniam di lor ma guarda e passa”, lui per sicurezza manco li ha guardati e nemmeno è passato dalla strada).

Ma all’imbrunire lei è tornata alla carica. Non ci riceve? Bene, restiamo qui sotto tutta la notte. E certo un ex ministro con una delegazione istituzionale cittadina che passa la notte all’addiaccio (cioè al caldo umido) perché un piccolo assessore catanese manco li riceve non è cosa facile da mandar giù nemmeno nella disincantata Palermo. E così s’è messo in moto Miccichè, storico grande amico di Stefania, che da Presidente dell’ARS aveva tentato tutta la giornata di mantenere un aplomb distaccato. E si è messo in moto lo stato maggiore azzurro dell’ARS, che va bene tutto ma uno dei personaggi simbolo del partito svillaneggiato e lasciato in mezzo alla strada (da cui conoscendola sapevano che non si sarebbe mossa) non si poteva accettare. E così alla fine Razza ha dovuto capitolare promettendo che avrebbe incontrato i siracusani giovedì pomeriggio o venerdì mattina ma rifiutando categoricamente di annunciarlo. E’ stato allora Miccichè a dare la notizia e farsi garante dell’incontro. Ovviamente ancora su Facebook: “Condivido la protesta dell’onorevole Stefania Prestigiacomo e della delegazione del centrodestra siracusano… Giovedì prossimo l’assessore Ruggero Razza mi ha garantito che incontrerà la delegazione azzurra di Siracusa e che entro questa settimana troveremo, con l’impegno di tutte le parti coinvolte, una soluzione soddisfacente….Invito pertanto la delegazione ad accogliere il mio appello a sospendere la manifestazione ancora in atto davanti la sede dell’Assessorato regionale alla Sanità”.

E così con una onorevole non del tutto convinta ed una delegazione esausta, i siracusani hanno avvolto lo striscione e si sono rimessi sulla via di casa sapendo di aver vinto una piccola battaglia ma che la guerra per la sanità è ancora tutta da combattere.