Prima di incipriare il suo governo e coprire con il fard gli sfregi ricevuti dagli alleati, Nello Musumeci ha aspettato cinque anni. Ha ceduto alle sirene dei sondaggi quando, sulla sua esperienza, stava per calare il sipario. Renato Schifani invece si è avvalso dello stesso trucco quando la sua avventura, dentro Palazzo d’Orleans, è ancora alle prime battute. Non è un buon segno. La squadra di pronto intervento – l’agenzia di stampa Italpress e l’istituto demoscopico di Antonio Noto – ha fatto di tutto per non deludere le aspettative. Ma le percentuali sfavillanti con le quali Noto ha creduto di misurare la fiducia che i siciliani ripongono nel presidente della Regione non gettano alcuna luce sul percorso affannoso del governo né sul destino doloroso di questa terra. Hanno il retrogusto malinconico della finzione. Della sceneggiatura teatrale. Della farsa.