L’Assemblea regionale siciliana ha approvato il rendiconto parificato 2018 e l’assestamento di bilancio, nonostante i dubbi – per quest’ultimo documento finanziario – da parte di Pd e Movimento 5 Stelle. Incassata la spalmatura del disavanzo (certificato dalla Corte dei Conti con la parifica) in dieci anni, l’Ars ha approvato i documenti contabili oggi pomeriggio, con un paio di giorni d’anticipo rispetto alle previsioni iniziali. Il presidente Gianfranco Miccichè, dopo aver concesso un paio d’ore in mattinata per la presentazione degli emendamenti, non ne ha ricevuto nessuno: “Abbiamo giudicato inammissibili quelli che prevedevano ipotesi di spesa, ce ne assumiamo la responsabilità. Sopperiremo con la prossima Finanziaria. Oggi, invece, si è discusso di un assestamento tecnico”. In sostanza, da Sala d’Ercole l’assestamento non poteva uscire diverso rispetto a com’era entrato.

Tre le voci che non hanno trovato riscontro nella manovrina odierna, ci sono i 7,5 milioni del fondo che sarebbe servito a far uscire dal precariato i contrattisti degli enti locali, le 922 mila euro per la proroga dei contratti dei lavoratori dei consorzi di bonifica, e ancora le 666 mila euro per la stabilizzazione dei lavoratori socialmente utili. Cifre “congelate” da mesi, che lo rimarranno fino alla prossima manovra. Come riporta Claudio Reale su Repubblica, sono sparite anche 321 mila euro per l’antiracket, 198 mila per le adozioni internazionali, 110 mila per i consultori. Vengono meno anche 10 milioni di euro per la ripatrimonializzazione dell’Irfis. Rinviati gli interventi a favore dei teatri, come il “Bellini” di Catania. Passa soltanto la proroga di un anno per i contratti dei 5.200 precari Asu.

Critico il Pd: “Abbiamo votato contro un assestamento di Bilancio che ha messo in evidenza tutti i gravi errori contabili, finanziari ed amministrativi del governo Musumeci – hanno detto i deputati regionali “dem” – Si continua ad andare avanti a tentoni, senza una strategia ne un indirizzo politico. Se non fosse stato per il senso di responsabilità del governo nazionale, che pochi giorni fa ha permesso la spalmatura del disavanzo, oggi avremmo una Regione ad un passo dal fallimento. Abbiamo inoltre espresso la nostra più ferma contrarietà alla scelta del governo di non utilizzare i 27 milioni di euro inizialmente accantonati, dando così un ulteriore colpo a diversi settori a cominciare dal mondo dell’agricoltura, del lavoro, della cultura e dello sport”.

Il Movimento 5 Stelle, invece, non ha partecipato al voto: “Il governo finora non ha messo in piedi una riforma che sia una per cambiare l’andazzo corrente e cercare di invertire la tendenza che ha determinato l’attuale enorme disavanzo che ha spinto la Sicilia sull’orlo del baratro, evitato solo grazie all’intervento del governo nazionale”. Lo affermano i deputati del M5S all’Ars. “Non abbiamo votato contro – proseguono i parlamentari grillini – per puro senso di responsabilità. Ma non potevamo andare oltre. Questo esecutivo, pesantemente bacchettato dalla Corte dei conti, continua a confermarsi totalmente inadeguato e senza bussola. Aspettiamo di vedere le riforme che ha promesso allo Stato, anche se, sinceramente, ci crediamo molto poco”.

RINVIATO A GENNAIO L’ESERCIZIO PROVVISORIO

Nel frattempo, il decreto legislativo sul ripiano del disavanzo in dieci anni, approvato dal Consiglio dei Ministri dopo una fitta interlocuzione con la Regione siciliana, è stato pubblicato in gazzetta ufficiale. Ne ha dato notizia il presidente Nello Musumeci, che ha anche rinviato l’approdo dell’esercizio provvisorio in aula a gennaio. Esso, come si legge in una nota, “prevedono la garanzia del pagamento di tutti gli stipendi e l’applicazione di apposite formule per il recupero di eventuali mensilità di stipendi pregressi”. Nel frattempo la Regione va in “gestione provvisoria”: sono consentite soltanto le spese obbligatorie per legge.

“Con la parifica arrivata il 13 dicembre – osserva il governatore – gli uffici finanziari hanno avuto appena sette giorni lavorativi per approntare tutti gli strumenti necessari: ci sono riusciti. Li ringrazio di cuore per il particolare impegno che stanno profondendo, anche in queste ore. Per le stesse ragioni voglio esprimere apprezzamento al presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, al presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona e ai deputati componenti. Entro giorno 31 l’esercizio provvisorio, limitato a soli due mesi, arriverà all’Ars che potrà esaminarlo già ai primi dell’anno nuovo. Entro gennaio, comunque, la Giunta licenzierà anche i disegni di legge del bilancio definitivo e di Stabilità, senza più alcun collegato”. “La Regione, così, potrebbe avere i suoi strumenti contabili operativi già a febbraio, per evitare agli enti locali di dovere attendere fino al mese di maggio, com’era triste prassi nel passato”, conclude il governatore.

ANGELA FOTI VICEPRESIDENTE DELL’ASSEMBLEA

In attesa di aggiornarsi col nuovo anno, l’Ars ha eletto pure il vicepresidente dell’assemblea: si tratta di Angela Foti, deputata del Movimento 5 Stelle, che prende il posto di Giancarlo Cancelleri, nominato qualche settimana fa viceministro alle Infrastrutture e dimessosi dal parlamento siciliano.