A un mese dalla chiusura delle liste, le squadre in campo cominciano a prendere forma. Ma qualcuno rischia il declassamento (in panchina o in tribuna). Specialmente due donne, entrambe uscenti, entrambe pasionarie. Sopraffatte dagli accadimenti degli ultimi giorni, dagli apparentamenti in zona Cesarini, da qualche strambo divieto: si tratta di Francesca Donato e Annalisa Tardino, accomunate dalla militanza in Europa e, per qualche tempo, nella Lega di Matteo Salvini.

La politica segue un corso irrazionale, come – d’altronde – il percorso di Francesca Donato. La madrina del movimento Italexit ha aderito alla Democrazia Cristiana di Cuffaro, il cui approdo naturale (dovesse eleggere qualcuno al parlamento di Bruxelles) è il Partito Popolare Europeo.  Ma ce la vedete la Donato sfilare col simbolo del PPE? Seriamente… Dopo aver perorato anche la causa dei No Vax, ed essersi candidata a sindaco di Palermo, con pochissime soddisfazioni, eccola alla ricerca di un approdo, che poi sarebbe la conferma dell’elezione di cinque anni fa. Quando arrivò in Europa grazie alla prestazione monstre di Matteo Salvini e della Lega, capaci di scollinare il 20 per cento nella circoscrizione Isole. Nelle numerose vite politiche di Lady Onorato (il marito Angelo è un imprenditore palermitano) c’è stato spazio per un’apparizione molto fugace col Carroccio, prima dell’abbandono a settembre 2021: “Non posso più stare in un partito che sostiene il governo Draghi”, disse. Aggiungendo: “Ho fatto una riflessione lunga e sofferta. Io credo nella libertà individuale e nel principio di autodeterminazione delle scelte sulla salute. Principi inderogabili che questo governo sta violando”. Erano i tempi della pandemia e delle restrizioni.

Se la diede a gambe levate, ma si sa che a Bruxelles, da autonomista, godi delle giuste soddisfazioni (ti spostano persino negli uffici più periferici). Donato ha ripreso la propria corsa con Cuffaro, diventando vicepresidente della DC: “Un partito giovanissimo sebbene con una storia antica cui ispirarsi”. Ma soprattutto in cui sembrava aver messo da parte l’egocentrismo che aveva finito per isolarla durante l’esperienza leghista: “Questi anni bui mi hanno convinto della necessità di tornare alla politica fatta dalle persone e per le persone”. Per l’ex governatore, però, si sta rivelando un ulteriore fardello rispetto alla propria posizione, di certo non comoda da gestire. In questo campo di moralisti e giustizialisti affermati, già fai fatica ad essere Cuffaro. Figurati se proponi la Donato come candidata. Lady Onorato è stata messa alla porta da Italia Viva, che ha escluso la sua candidatura. E anche la Lega, con cui Totò ha ripreso a parlare negli ultimi giorni, le ha sbattuto le porte in faccia. Cosa ci si aspettava, dati i precedenti burrascosi? Cinque anni fa era stata eletta con 28 mila preferenze. Alle Amministrative di Palermo la sua lista ne ha prese poco più di un quarto. Se era un tentativo per pesarsi, non è andata benissimo.

L’altra donna che rischia di essere ‘danneggiata’ dagli ultimi movimenti è Annalisa Tardino. Lei sì, convintamente al fianco di Salvini negli ultimi cinque anni trascorsi in Europa. Organizzatrice di convegni e iniziative che hanno spinto in Sicilia, più volte e persino in provincia, il leader della Lega. Peccato che l’eurodeputata di Licata, approdata a Bruxelles con quasi 33 mila voti, abbia subito il portentoso sorpasso a destra da parte di Luca Sammartino. Ha perso la segreteria regionale del partito, con la scusa che sarebbe stata incompatibile rispetto alla campagna elettorale. Ed è stata rimpiazzata da Claudio Durigon, il sottosegretario al Lavoro, nelle vesti di commissario pro-tempore. La prima iniziativa politica – una conferenza stampa di benvenuto – Durigon l’ha organizzata a Messina, in casa di Nino Germanà, prossimo candidato alla guida del Carroccio siciliano e fedele scudiero di Sammartino.

A parte il benvenuto e i convenevoli, Tardino è in campo per il bis. Ma non parte da molte certezze. La Lega potrebbe anche riuscire a strappare un seggio, ma nelle ultime ore – per lei – qualcosa è cambiato. Non avrà il supporto di Raffaele Lombardo, che gliel’aveva promesso durante l’annuncio della nuova federazione fra Lega ed Mpa. La resistenza dei “leghisti siciliani”, che hanno sabotato la creazione di un intergruppo all’Ars, ha sancito il divorzio e l’ex governatore potrebbe appoggiare un tandem di Forza Italia: Caterina Chinnici da un lato e il palermitano Edy Tamajo (non Marco Falcone) dall’altro. La Tardino, come logico, non potrà contare nemmeno sul supporto di Sammartino, che si è scelto un altro cavallo di razza: cioè quel Raffaele Stancanelli, che ha abbandonato FdI per non essere più un peso. Con un competitor di questo rango, sarà difficile arrivare prima. Anche perché la componente degli anti-sammartiniani si è assottigliata sempre di più e tutti gli altri interpreti del Carroccio in salsa siciliana, da Turano a Figuccia, dovrebbero esprimere almeno un candidato per offrire corposità alla lista (l’assessore alla Formazione potrebbe essere lui stesso in campo, offrendo una candidatura di servizio ma senza il rischio di sfigurare).

Tardino e Donato, che non si sono mai ‘prese’ nemmeno da colleghe, sembrano le due orfanelle dell’omonimo film di Giacomo Gentilomo, ispirato al soggetto di Eugène Cormon e Adolphe d’Ennery. E se quest’ultima non ha più visto Salvini neppure in foto, la Donato sperava – lecitamente – di essere la punta di diamante di uno schieramento che, col passare delle ore, ha cambiato i propri connotati, allargando il campo. L’ultimo ad aver parlato con Sammartino, per reclamare l’inserimento del proprio simbolo (ma senza sostenere la tesi della propria candidatura, così dice) in cambio di un’alleanza strutturata, è proprio Totò Cuffaro. Anche se la versione ufficiale è un’altra: “La Democrazia Cristiana, in atto, persegue l’interesse politico ad una ipotesi di lista di ‘Centro’ con Renzi per le elezioni Europee. La lista di scopo degli ‘Stati Uniti d’Europa’ che si sta costruendo incontra l’interesse della DC se, insieme agli altri simboli, ci sia anche quello della DC oppure se dovesse esserci un unico simbolo rappresentativo di tutti”. In caso contrario, non se ne farà niente. E tornerebbe in voga la Lega. E la Donato, da riproporre magari assieme alla Tardino? Tutto è possibile, ma fino a un certo punto.