Arrivo tardi sulla questione di Vogue, quindi scusate. Non credo però che l’elemento centrale sia se un giornale di moda possa o non possa fare politica. Il fuoco non è legittimità (per me Vogue e la moda ce l’hanno questa legittimità); la questione è piuttosto perché Olena Zelenska abbia accettato. Le pose, il trucco, l’effetto estetizzante mi hanno disturbato, lo ammetto. Ci ho sentito tutta un’artificiosità che mal si sposa con lo stato emergenziale, tragico, orrorifico in cui vessa un intero popolo. Nello stesso tempo non si può non riconoscere alla bellezza un ruolo importante a sostegno di una causa. Basti pensare alla rivoluzione cubana e a quanto consenso la causa cubana ha raccolto nel mondo grazie all’immagine di eroe bellissimo e coraggioso del Che. L’Immagine che abbiamo visto da sempre stampata su poster, magliette e bandiere è uno scatto di Alberto Korda. Nessun giornale voleva pubblicargliela; regalò quindi il negativo a Giangiacomo Feltrinelli incontrato a Cuba durante una riunione con Castro: riunione che portò alla pubblicazione dei diari del Che. Quando Guevara morì Feltrinelli stampò quell’immagine in centinaia di migliaia di poster. Quell’immagine diventò il veicolo, il simbolo, lo slogan iconico di un’intera causa. Era e resta tuttavia lo scatto di un fotogiornalista. Un’immagine forse rubata, senza la forzatura di un set fotografico e patinato. Credo che la differenza sia qui, qui si annidi il mio fastidio per quelle immagini esteticamente impeccabili.

tratto da Facebook