La descrivono sempre come se fosse una struttura immobile, decadente, in fin di vita, senza identità, incapace, inutile, fatta di burocrati imbecilli e perditempo in grado di discutere solo del sesso degli angeli, delle lancette dell’ora solare, della curvatura massima dei cetrioli, della lunghezza delle banane, della grandezza delle albicocche, della pericolosità dei tostapane doppi. La descrivono sempre come se fosse vuota, superflua, pigra, svogliata, indolente, dannosa, buona solo per essere archiviata, cassata e allontanata dalle vite dei paesi sovrani… L’articolo completo su ilfoglio.it