A poche ore della decisione, da parte del governo Conte, di non istituire il fondo “salva imprese” all’interno del decreto Sblocca Cantieri, approvato dal Senato, in Sicilia è cominciata la guerra a Toninelli. Il primo ad affondare sul Ministro delle Infrastrutture, che nei mesi scorsi aveva più volte visitato i cantieri dell’Isola (una volta con lo stesso Conte) è stato il governatore dell’Isola Nello Musumeci: “Stiamo aspettando il ministro Toninelli. Finita la campagna elettorale, non si fa vedere più in Sicilia”. Quella della mancata istituzione del fondo “salva imprese”, che ha già convinto l’impresa ravennate della Cmc a chiudere i cantieri sulla Palermo-Agrigento e sulle Agrigento-Caltanissetta, secondo Musumeci è “una scelta scellerata che fa venire meno gli impegni assunti dal ministro Danilo Toninelli nelle sue numerose visite in Sicilia alla vigilia delle elezioni europee. Se non si corre subito ai ripari, con un’apposita norma – dice Musumeci -, si costringe l’Isola a pagare un altissimo prezzo in termini sociali e infrastrutturali. Temo che i nostri sospetti di ieri trovino conferma”. Questa decisione è una doccia fredda per il Comitato delle oltre cento imprese siciliane creditrici del gruppo Cmc che aspettava un’anticipazione sui crediti pari al 70%. Il via libera del Senato al decreto, che diventa legge, istituisce però il commissario per le strade siciliane, che Toninelli aveva individuato come prioritario già da alcuni mesi. Ora bisognerà capire chi andrà a rivestire un ruolo tanto delicato. Sarà compito del commissario, infatti, riscrivere i progetti delle opere incompiute e velocizzare l’aggiudicazione degli appalti.