Come in un gioco dell’oca, si torna sempre alla casella di partenza, il Viminale, a nove giorni dall’insediamento delle Camere e a ben quattordici dall’inizio delle consultazioni. Richiesto, per l’ennesima volta, da Salvini che, per tenere alta la trattativa, ha schierato a sostegno il suo Consiglio federale. E forse questo stillicidio quotidiano su nomi e caselle, destinato a trovare una forma solo a ridosso delle prime scadenze istituzionali, già rivela un difetto di impostazione. Tanto valeva prendersi qualche giorno di pausa per smaltire le fatiche elettorali e l’euforia da post voto. L’idea di rinunciare ai festeggiamenti per la vittoria, al fine di trasmettere l’immagine di una classe dirigente operosa rispetto alle esigenze del paese, si sta già rovesciando nell’opposto: un gioco tattico, che non è ancora una compiuta trattativa, ma che già presenta delle sgrammaticature istituzionali. Continua sull’Huffington Post