Se la Sicilia affoga in un mare di escrementi a Renato Schifani non frega proprio nulla. Se la Regione è costretta a pagare 2,5 milioni al mese di multe per i ritardi e le inadempienze nella realizzazione dei depuratori al presidente della Regione non importa un fico secco. Perché a lui – a quest’uomo divenuto governatore per grazia ricevuta – importa solo delle nomine. Diciamolo: è ammalato di sottogoverno. Si esalta quando alle porte di Palazzo d’Orleans bussa un cliente, un lecchino o un questuante. E si inebria quando, sullo scacchiere degli incarichi, intravede la possibilità di inserire un suo fraternissimo amico, anche se chiacchierato o inseguito dalle magistrature di mezzo mondo. Ma guai se, come nel caso dei depuratori, le nomine vengono fatte dal governo nazionale. Perché va fuori di testa. Si incupisce. Lancia antemi. Agita rancori. Cova vendette.