Doveva essere la compagnia dei miracoli, “perché interrompiamo il duopolio” fra Ita e Ryanair (parola di Renato Schifani), e soprattutto per garantire ai siciliani la possibilità di recarsi ovunque a prezzi calmierati. Invece è passato quasi un anno dall’avvento di Aeroitalia, diventata la nostra “compagnia di bandiera”, e il vettore nuovo di zecca, affidato alle cure di Gaetano Intrieri e Paolo Corona, si sta rivelando un completo flop. Certo: è stato il primo ad aderire all’Avviso esplorativo della Regione per applicare la scontistica del 25 per cento ai residenti; ed è stato anche il primo ad adattare il sistema di prenotazione. Ma le buone notizie finiscono qui: oltre ai piccioli in entrata da Palazzo d’Orleans (33 milioni in tutto per garantire agevolazioni sul prezzo dei biglietti fino al 31 dicembre 2024), sulle tratte gestite da Aeroitalia non si registrano progressi.

Accolta in maniera trionfale dallo stesso Schifani, la compagnia ha trascorso i primi mesi di vita riempiendo i propri aerei a metà, e ha già confezionato magre figure. A Comiso, per esempio, dove in maniera brusca, senza alcuna comunicazione o pianificazione preventiva, si è stabilito di interrompere i collegamenti con Pisa e Bologna a partire da subito. Senza offrire alcuna possibilità ai viaggiatori di ri-proteggere le partenze già prenotate. Vittime di altre cancellazioni sono stati i passeggeri diretti a Roma e Bergamo: anche su queste due tratte, per la Winter ’24, Aeroitalia ha deciso di ridurre le frequenze: tre voli a settimana per Fiumicino (che sarebbe dovuta diventare meta giornaliera) e solo un paio per Orio al Serio, che continuerà ad operare il lunedì e il venerdì. Una beffa. Con l’aggravante che chi è interessato a prenotare un altro volo, per le date disponibili, dovrà sborsare il doppio dei soldi (se non di più).

Che ci siano figli e figliastri anche fra le compagnie aeree lo dimostra il silenzio di Schifani e Aricò. Facciamo un passo indietro: a maggio 2023, con un clamoroso colpo di testa, Ryanair abbandona lo scalo ibleo a causa di un cortocircuito (mai chiarito del tutto) con la Sac, società che gestisce Comiso e Fontanarossa. Il presidente della Regione è durissimo (“E’ un fatto grave, un gesto pesante”), sulla falsariga delle accuse già indirizzate alla compagnia low cost irlandese: cioè quelle di piegare il mercato al proprio profitto, non tenendo conto delle difficoltà dei siciliani per spostarsi. Parole che poco tempo dopo Ryanair ha definito “spazzatura”, arrivando a uno scontro senza precedenti con Palazzo d’Orleans (la compagnia non ha neppure aderito all’Avviso regionale per gli sconti).

La salvezza è dietro l’angolo: si chiama Aeroitalia. Solo qualche mese prima era stata presentata e osannata dal governatore, con alcune foto in posa davanti alla livrea (assai simile a quella di Alitalia e per questo al centro di un contenzioso con la nuova Ita Airways): “Oggi – aveva evidenziato Schifani il 15 febbraio, all’esordio di Aeroitalia in Sicilia, per una conferenza stampa – è una bella giornata per tutti i siciliani perché interrompiamo il duopolio che porta, in alcuni periodi dell’anno, all’aumento spropositato dei costi dei voli tra la Sicilia e i principali aeroporti italiani. Abbiamo lavorato in silenzio nell’esclusivo interesse dei nostri concittadini e oggi c’è una parziale, ma significativa soluzione. Mi auguro che la novità porti i vettori attuali a prendere atto che la situazione è cambiata. Speriamo che altri possano seguire l’esempio di AeroItalia.”.

Se seguire l’esempio di Aeroitalia significa cominciare a tagliare progressivamente le tratte, ci ridurremmo al detestato modello Ryanair e finiremmo fuori strada: nel giro di pochi mesi, da Comiso, sono già sparite le opzioni Bucarest (c’era un volo diretto) e Napoli, annunciato e operato solo in un paio di circostanze alla vigilia delle feste. Non s’è più avuta notizia di Forlì, e adesso nisba anche per Pisa e Bologna. Insomma, l’offerta è stata più che dimezzata. Non è bastato foraggiarla con contributi pubblici (la Commissione Europea ha drizzato le antenne di fronte all’ultima iniziativa della Regione) per convincerla a rimanere a Comiso e onorare le promesse. Anche altrove Aeroitalia boccheggia: ha pochi aerei e pochi passeggeri, fatica ad essere attrattiva e soprattutto a trovare testimonial del calibro di Schifani che possa incrementare la propria riconoscibilità. La copertura di alcune destinazioni da Palermo e da Catania, dove peraltro sono presenti in massa anche le compagnie rivali, non può esaurire il suo compito, che nelle presentazioni appariva quasi salvifico.

Eppure il country manager di Aeroitalia, Paolo Corona, avrebbe grandi rapporti d’amicizia e di collaborazione con il governatore, tanto che da una recente inchiesta de ‘La Sicilia’, è emerso che lo stesso Corona, a Punta Raisi, si faccia presentare come “l’uomo di Schifani”. Il presidente potrebbe sfruttare questo filo diretto per chiedere ad Aeroitalia, magari in cambio di un’altra foto, maggiore serietà nel rispetto degli impegni presi. Il suo governo, con alcune misure rivedibili, ci sta provando: l’assessore Aricò starebbe spingendo per inserire nel maxi emendamento alla Finanziaria altri venti milioni utili ad abbassare le tariffe, dagli aeroporti di Catania e Palermo, per le destinazioni del Nord Italia (non soltanto Milano e Roma). Un’altra proposta che lascia il tempo che trova (e chi parte da Trapani e Comiso? Penalizzato…).

Finora, come spiegava l’edizione palermitana di Repubblica in un articolo pubblicato ieri, oltre 18 mila siciliani hanno richiesto gli sconti, di cui 7 mila nella prima giornata d’attività (il 4 dicembre). A questi si devono aggiungere coloro i quali hanno ottenuto la sforbiciata del 25 per cento spuntando la casella ‘residente’ al momento della prenotazione. In ogni caso, durante le feste di Natale, i vantaggi sono stati relativi. Tutte le compagnie, compresa Aeroitalia, hanno giocato al rialzo, vanificando – di fatto – l’utilità degli sconti applicati (o promessi). Hanno fatto schizzare le tariffe, ottenendo un duplice guadagno in termini economici. Una situazione che appare senza via d’uscita, almeno nei periodi d’alta stagione.

Per questo Federconsumatori invita Schifani a “elaborare un vero e proprio piano che coinvolga anche gli scali minori di Comiso e Trapani e che garantisca la mobilità di siciliani e turisti. La Regione deve fare questo, gli esposti li lasci fare a noi associazioni dei consumatori”. Il riferimento è alla denuncia presentata all’Antitrust per denunciare il “cartello”, e rivelatasi un buco nell’acqua. Anche dal Pd vogliono vederci chiaro: “Da tempo sosteniamo che in assenza di misure strutturali la campagna del presidente Schifani contro il caro voli rischia di ridursi ad una semplice propaganda – ha detto il capogruppo Michele Catanzaro -. L’ultima idea del governo regionale”, cioè estendere il bonus agli altri scali del Nord, rischia di produrre “un ulteriore effetto-boomerang, cioè l’aumento dei prezzi da parte delle compagnie aeree. Presenteremo un’ulteriore interrogazione all’Ars”. Magari, in quella interrogazione, si potrebbe provare a chiedere del comportamento di Aeroitalia, passata, nel volgere di alcuni mesi, da compagnia dei miracoli a compagnia delle beffe.