Sembrava fatta ma non lo è ancora. Prosegue la trattativa per far convergere il centrodestra su una proposta unitaria per Palermo. Cioè Roberto Lagalla. Anche se l’impuntatura di Fratelli d’Italia, che sostiene l’ex rettore ma vorrebbe allo stesso tempo la conferma di Musumeci alla Regione, è una conditio sine qua non che gli alleati non vogliono sottoscrivere. E così anche l’ultimo tentativo si risolve nell’ennesima fumata grigia. Fino a oggi da parte della Meloni sono arrivati segnali eloquenti: “Regole significa che si stabiliscono delle regole che valgono per tutti. Significa che un governatore uscente di centrodestra capace come Nello Musumeci che intenda ricandidarsi non si manda a casa per far dispetto a qualcuno perché magari è troppo vicino a Fratelli d’Italia, lo dico per i cittadini siciliani che non meritano di vedere la Sicilia riconsegnata alla sinistra per i dispetti”. Ma di questo passo sarà assai complicato trovare la quadra.

Eppure i due diretti interessati, Lagalla e Cascio, ce l’avevano messa tutta. Con uno scambio di amorosi sensi che aveva riportato quasi tutti i partiti, anche i più refrettari, in pista. “Essendoci ancora qualche giorno di tempo prima della presentazione delle liste – aveva detto Cascio nel pomeriggio di sabato -, lancio un appello alle forze che sostengono la candidatura a sindaco dell’amico Roberto Lagalla, soprattutto a FdI e Udc. Confrontiamoci sulla base delle prospettive immediate facendo prevalere, se ci sono i margini, la buona volontà da parte di tutti per potere rappresentare al meglio le esigenze della città”. Secondo un sondaggio diffuso centrodestra, Cascio sarebbe in testa col 30%, seguito da Lagalla al 24% e Miceli al 21%. “Serve una base solida – aggiunge Cascio – con una coalizione robusta non solo per vincere le elezioni ma per governare la città. Da solo vado al ballottaggio, se riusciamo a ricompattare la coalizione possiamo vincere al primo turno”.

Un assist che Lagalla sembrava in parte raccogliere: “Mi trovo in sintonia con le recenti affermazioni provenienti da molti esponenti dell’area che, con indiscussa sensibilità, hanno chiesto uno sforzo di sintesi a tutti i partiti della coalizione. Voglio ancora credere e lavorare per questa unità e sono certo di potere ancora sollecitare il confronto con gli amici di Forza Italia, Lega, Noi con l’Italia, Movimento per le autonomie e con quanti sin qui confluiti sulla candidatura di Francesco Cascio, così da far prevalere, pur tra differenziate sensibilità in ordine ad ulteriori scadenze elettorali, l’impegno di tutti per rappresentare al meglio i sogni e le speranze di Palermo e dei palermitani”. Un primo incontro fra i partiti è avvenuto ieri sera a Palazzo dei Normanni, dove è in discussione il Bilancio. L’accordo sembrava a portata di mano, specie dopo le rivelazioni di Lagalla, che aveva comunicato la “firma” di un armistizio con Gianfranco Micciché e comunicato ai suoi amici che “il dado è tratto”. Ma nel giro di poche ore sono ricominciati i veti.

“Gli appelli di Cascio e Lagalla – scrivevano in una nota i partiti del centrodestra a sostegno del primo – non ci lasciano indifferenti. La presenza della nostra coalizione politica è tesa a dare un buongoverno alla città di Palermo e ai suoi cittadini. Non nascondiamo le difficoltà che emergono dalle contrapposizioni in atto che possono essere ripensate solo attraverso un percorso lineare e chiaro. Ci incontreremo nelle prossime ore per fare una proposta che possa tenere conto delle ragioni che uniscono anziché quelle che dividono”. Il vero ostacolo resta Nello Musumeci e l’impuntatura di Fratelli d’Italia a inserire nell’accordo la sua conferma a palazzo d’Orleans: “Immagino che la nostra valutazione debba evitare di tenere conto di quello che dice Ignazio La Russa”, era stato il commento, con una punta di amarezza, di Miccichè. Il senatore di Ragalna, intervenendo all’Assemblea programmatica di Fratelli d’Italia, in corso a Milano, non aveva mostrato segni di cedimento: “Lagalla è da tutti ritenuto il miglior candidato possibile al di fuori dalle beghe dei partiti così come siamo d’accordo nel sostenere il presidente uscente Musumeci alla Regione”.

In serata, però, anche Cascio abbassava l’asticella dell’aspettativa: “Leggo ipotesi fantasiose di un ritiro della mia candidatura a sindaco di Palermo. Domani (oggi per chi legge) ho in programma una serie di incontri dove sarò impegnato a spiegare la mia idea di città. Ringrazio ancora una volta la coalizione che continua a garantirmi il pieno appoggio. Se qualcuno confonde la mia disponibilità al confronto con il ritiro dalla campagna elettorale ha sbagliato strada”. Tutto da rifare?