La stagione riformatrice della sanità siciliana parte da un bel gruzzolo di finanziamenti, qualche inaugurazione (il 23 ottobre apre l’ospedale di Ragusa) e dallo sblocco dei concorsi. E da un uomo, Ruggero Razza, che in pochi mesi ha provato a tappare falle ancestrali e un ritardo atavico nella creazione di nuove infrastrutture: “Ma dopo che le apri – spiega – devi poterle riempire di personale e tecnologie. Farle funzionare”.

La notizia più fresca che viene fuori da piazza Ottavio Ziino, sede dell’assessorato regionale alla Salute, è un decreto da 19,7 milioni di euro per finanziare guardie mediche e pronto soccorso. Gli avamposti della sanità, quelli che spesso e volentieri finiscono per determinare (con una discreta dose di ragione) cosa funziona e cosa no: “E’ un provvedimento che ha avuto una gestazione importante – conferma Razza – Circa 8,5 milioni serviranno al rifacimento e alla sistemazione del 50-60% delle guardie mediche siciliane, che per buona parte sono arretrate e fatiscenti. Abbiamo fatto un processo di valutazione, provincia per provincia, che è durato mesi. Abbiamo verificato i possibili interventi e la loro compatibilità economica, e adesso finalmente c’è una lista. Le guardie mediche subiranno adeguamenti per la sicurezza di chi ci lavora (vedasi videosorveglianza) e il rifacimento di arredi e strutture interne”.

E poi c’è il capitolo dei pronto soccorso, destinatari delle somme restanti: “Che si aggiungono – specifica l’assessore – ai 30 milioni assegnati dall’ex gestione sanitaria accentrata. Inoltre, stiamo definendo un accordo da 5 milioni che consentirà a ogni pronto soccorso di avere una dotazione minima per poter sistemare le sale d’attesa o acquistare le barelle. Le piccole cose fanno la differenza. Infine, c’è un accordo con la Croce Rossa, che metterà a disposizione i propri volontari per effettuare un servizio d’accoglienza in tutti quei pronto soccorso che superano i 20 mila accessi all’anno”.

Quello dell’ospedale Cervello di Palermo viene definito un pronto soccorso-budello. Quali interventi sono previsti?

“C’è già un progetto per la ristrutturazione dei locali che sta per andare in gara e aveva ottenuto 1,3 milioni di finanziamento per riportare un minimo di dignità. Su Palermo esiste una grande questione infrastrutturale. Ogni tanto vengo accusato di essere più legato alla Sicilia orientale, ma è una bugia. Purtroppo in tutta la Sicilia occidentale c’è un grande ritardo nella infrastrutturazione sanitaria e noi, con l’articolo 20, vogliamo dare una risposta a tutte quelle aree che in passato non hanno goduto di alcuna progettazione. Il tempo di gestazione per aprire un ospedale va dai 6 ai 10 anni. Se in questi mesi si riesce a inaugurare qualcosa solo nella Sicilia orientale, vuol dire che altrove non sono stati programmati interventi”.

A Ragusa, però, questa gestazione è andata anche oltre. Il 23 ottobre è fissata l’inaugurazione del Giovanni Paolo II, ma perché a scoppio ritardato?

“C’è stata qualche difficoltà anche da un punto di vista progettuale. In questi mesi abbiamo lavorato con tutte le istituzioni del territorio ragusano, in silenzio e con calma, per superare le criticità. Stavolta ci siamo”.

Un altro capitolo meritevole di attenzione è quello del personale. La Sicilia è tra le prime regioni italiane ad aver recepito la Legge Madia e stabilizzato il personale sanitario. Inoltre sono stati sbloccati in concorsi dopo dieci anni di digiuno. Che radici ha questa botta di vita?

“Siamo il governo che ha fatto di più in tema di stabilizzazione. Oltre 3 mila dipendenti sono stati stabilizzanti sul segmento 2018 e l’avvio dei concorsi riguarda circa 500 posizioni mediche a tempo indeterminato. Ciò non è ancora sufficiente e le organizzazioni sindacali hanno ragione quando chiedono lo sblocco delle piante organiche. Per fare questo, però, è necessario che si superino, a livello nazionale, dei criteri folli che legano la dotazione organica a quella di dieci anni fa e impongono un tetto di spesa del personale che non consente di completare integralmente le piante”

Con i nuovi bandi di concorso riporterete in Sicilia molti giovani?

“Questo per noi è un impegno enorme. A breve, un chirurgo siciliano che lavora in Canada e ha scelto di tornare in Sicilia, si recherà nell’area di Palermo – all’ospedale Giglio di Cefalù per l’esattezza – dove io gli ho chiesto di dare una mano. E poi dicono che penso soltanto alla Sicilia orientale…”.

A che punto siamo, invece, con la procedura di selezione dei direttori generali?

“La Commissione ha fatto un grande lavoro. Siamo stati tra i primi, in Italia, ad applicare il decreto Lorenzin, che ha portato una vera selezione. Spero che entro la fine del mese potremo indicare i nuovi direttori. Già al nostro insediamento avremmo voluto esercitare un cambio ai vertici delle aziende, sulla base di un argomentato ragionamento giuridico. Non è stato possibile. Così abbiamo atteso la pubblicazione dell’elenco nazionale e l’avvio delle procedure. Sono ansioso di poter lavorare con la nuova squadra di manager che rimarrà in carica per tre anni”.

I sindacati hanno chiesto massima trasparenza nelle nomine. E continuano a sostenere che la sua rete ospedaliera poggi su basi poco chiare

“Ho avuto un lungo confronto con le organizzazioni sindacali. La prossima settimana incontrerò anche le federazioni dei sindacati. Io non voglio né alimentare polemica né limitare il senso di alcune critiche. L’importante è lavorare”.

Avete stanziato 12 milioni anche per i disabili.

“Qui c’è davvero una cosa che va raccontata… Stiamo lavorando con l’ufficio di gabinetto, su indicazione del presidente Musumeci, per capire tutto ciò che non è stato fatto in passato. Ci siamo resi conto che c’era un finanziamento del Cipe che non era mai stato programmato. Quindi, il ritardo nella dotazione organica e nella realizzazione dei punti unici di accesso per la disabilità all’interno delle Asp, era legato al fatto che da anni potevamo programmare una spesa e nessuno ci ha pensato”.

All’inizio dell’anno scolastico, quasi in controtendenza rispetto al dibattito politico nazionale, avete imposto la somministrazione dei vaccini prima di entrare in classe. Perché una posizione così netta?

“Non solo siamo stati netti. Abbiamo anche fatto un programma straordinario di vaccinazioni. Quello sul morbillo, ad esempio, è cresciuto molto negli ultimi otto mesi. Talvolta le percentuali non arrivano all’80%. Adesso siamo allineando Sicilia a tutte le altre regioni italiane. Vaccinarsi è importante non soltanto per se stessi, ma anche e soprattutto per gli altri”.

La tessera sanitaria spedita, per scherzo, alla sindaca di Roma quanto vi ha dato fastidio?

“Ci ha dato fastidio il fatto che alcune componenti politiche abbiano voluto speculare sulla vicenda. Ora capisco perché Roma si trova in quelle condizioni: anziché occuparsi della città, il sindaco Raggi perde tempo in cose inutili, come scrivere ai ministri su questioni del genere… Detto questo, abbiamo accertato che a inserire il nominativo è stata una dipendente. Bisogna richiamare ognuno alle proprie responsabilità e, nel caso specifico, partirà un’azione disciplinare”.

A proposito di strigliate, Musumeci ne ha rivolto una “esemplare” ad alcuni funzionari regionali. Li ha definiti criminali…

“Il presidente ha detto una cosa seria e coraggiosa: quando la burocrazia, consapevolmente e senza una sola ragione, blocca la libera iniziativa economica, compie delle azioni criminali. Di persone che mettono i bastoni fra le ruote abbiano dovuto scalzarne parecchie in questi mesi…”.

Passando alla politica. Quali saranno le mosse di Diventerà Bellissima in vista delle elezioni Europee. Confluirà in un partito unico del centrodestra o manterrà la propria identità?

“Oggi il compito e la ragione sociale del nostro movimento è governare la Regione. Fare quello che in dieci anni non si è fatto. Lavorare a testa bassa senza pensare al proprio interesse personale, e questo è un messaggio che lancio a chi crede che io mi candidi alle elezioni. Chiunque in questa fase si sgancia dal proprio impegno in Sicilia è un disertore. Poi, alla fine di quest’anno avremo un congresso e in quella sede decideremo come il movimento e il governo potranno essere utili all’Italia e al centrodestra. Diventerà una discussione appassionante”.

Molti hanno individuato in Musumeci il leader di un eventuale partito riunito…

“Il presidente adesso ha il dovere di rappresentare il cambiamento di questa terra. Se questo è un obiettivo che riesce – io sono convinto di sì – evidentemente è anche un messaggio politico. Dà la sensazione che anche al Sud c’è una classe dirigente che ha una missione forte verso il futuro”.

Qual è il suo giudizio sul governo nazionale a tinte gialloverdi. Ha avuto modo di confrontarsi con loro?

“Ritengo che debba essere messo nelle condizioni di poter lavorare. Come Regione siamo interessati all’avvio rapido di una trattativa su alcuni temi importanti. Il governo del Pd ha imposto alla Sicilia un contributo forzoso di 1,3 miliardi. Ci dobbiamo aspettare lo stesso trattamento? Il governo del Pd ha imposto alle province siciliane un prelievo forzoso di 200 milioni di euro. Questo farà la stessa scelta? Noi vogliamo avere un rapporto franco, schietto e di collaborazione. E lo stesso clima va proiettato a Sala d’Ercole. La gente in questo momento non si chiede come siano divise le forze politiche, ma come dialogano per risolvere i problemi dei cittadini”.