“Il dibattito “a oratori chiusi” organizzato dall’Assessore Catania è una vera e propria vergogna istituzionale, segno del degrado raggiunto da questa amministrazione comunale sempre chiusa a riccio nella propria realtà virtuale”. Lo ha scritto in una nota Marianna Caronia, consigliera comunale e deputata regionale della Lega. “Un incontro, con ben tredici oratori scelti dall’amministrazione, senza nulla togliere a opinioni e competenze specifiche di ciascuno di loro, non può che essere un “non dibattito”, senza alcun confronto con la città e con i cittadini. Se non stupisce che l’assessore Catania tema di poter ascoltare qualche voce a lui contraria e abbia paura di veder sbugiardate le proprie granitiche certezze, stupisce che il sindaco, di solito più attento almeno alle parvenze istituzionali, accetti di partecipare pur essendo stato escluso, certo in modo non casuale, il Consiglio comunale in qualsiasi sua articolazione. Siamo alla frutta di un’Amministrazione che non cura più nemmeno le parvenze, che sulle scelte strategiche che determineranno la vita dei cittadini continua a procedere senza alcun dialogo e confronto, ma che certamente non potrà sfuggire al dibattito e alle scelte che il Consiglio comunale farà anche e soprattutto sul folle progetto del Tram nel centro cittadino”.

Polemica anche la presidente di Confcommercio, Patrizia Di Dio: “Appare istituzionalmente incomprensibile che un assessore del Comune di Palermo giustifichi il mancato coinvolgimento del mondo imprenditoriale nel progetto delle nuove linee del tram, lamentando il fatto che Confcommercio Palermo abbia sempre esercitato il proprio ruolo di tutela delle imprese, anche a costo di presentare ricorsi. Ciò è accaduto proprio perché è quasi del tutto assente, da anni, un confronto concreto e costruttivo con questa amministrazione. L’assessore Catania dà grande enfasi al dibattito di oggi sul tram ma non ha ritenuto opportuno convocare le associazioni di categoria: evidentemente l’amministrazione comunale ritiene un “affar suo” il futuro della città, dimenticando che – piaccia o no – le amministrazioni cambiano ma le aziende ci saranno sempre”.