Ogni anno lo stesso refrain: “Grazie a queste manifestazioni valorizziamo ulteriormente piccoli e grandi centri della Sicilia, facendo apprezzare la nostra regione in tutto il mondo. Continuiamo, anche attraverso eventi internazionali come questo, a promuovere le bellezze storiche, architettoniche e paesaggistiche di questa terra, ricca di “tesori” racchiusi tra mare e aree interne, per dare impulso all’economia turistica e al suo indotto”. Le parole di Nello Musumeci alla vigilia del Giro di Sicilia – giunto alla quarta edizione consecutiva dopo quarant’anni di stop, 662 km per 10 mila metri di dislivello (con arrivo finale sull’Etna) – sembrano confermare la bontà dell’iniziativa, figlia di un accordo (assai costoso) fra la Regione Siciliana e il gruppo Rcs Sport di Urbano Cairo.

Ma i milioni messi in campo dal governo regionale, con in testa l’assessore Manlio Messina, rischiano di passare sotto traccia: a) perché l’evento internazionale di cui parla Musumeci ha una strana collocazione in calendario (dal martedì al venerdì) che spesso impedisce ai potenziali spettatori di assistere; b) perché non è chiaro, non lo è mai stato, l’impatto della corsa sull’incremento dei flussi turistici (cioè il motivo che spinge la Regione a riproporre l’appuntamento ogni anno). Della tappa di ieri, la Palma di Montechiaro-Caltanissetta, resta la bella volata fra italiani, che ha consegnato il successo a Damiano Caruso davanti a Vincenzo Nibali (39 anni) e Domenico Pozzovivo. Tra i pochi motivi d’attrazione di una corsa che fa comodo ai politici (per qualche photo opportunity), agli organizzatori, agli sponsor. Ma non riesce ad attrarre fino in fondo – per il motivo di cui sopra: il posizionamento in calendario – gli amanti e i fuoriclasse delle due ruote.

Musumeci, che ne ha fatto un vessillo insieme ai cavalli di Ambelia, ovviamente non si fermerà. Anzi, è già trepidante per l’arrivo del Giro d’Italia, con due tappe, nel prossimo mese di maggio. Messina, che l’altro giorno alla Bit di Milano ha sbandierato il forte incremento turistico del 2021 (senza tener conto che il paragone col 2020 non regge, trattandosi dell’anno della pandemia), è pronto alla consegna dei premi. Esiste cosa più esaltante di una traversata sul podio dei vincitori? Assolutamente no. Ma c’è una cosa, forse, che di tutta questa fuffa resterà. L’investimento da quasi 7 milioni per la manutenzione stradale. Anche se Musumeci lo sottolinea sempre: “Non spettava a noi…”.