A dicembre Huffpost aveva pubblicato un pezzo titolato «Il più grande rischio per l’Ue si chiama Giuseppe Conte». Negoziati la natura e gli importi del Recovery e tagliata la lingua chiassosa dei sovranisti, a Bruxelles ma soprattutto a Berlino cominciavano da qualche settimana a domandarsi se il governo italiano sarebbe stato in grado di usare il denaro con intelligenza e coscienza, per svecchiare e rifondare il sistema, o se invece l’avrebbe destinato all’arredo urbano del paese dei balocchi, una specie di spartizione festosa del bottino. In questo secondo caso, l’Europa non avrebbe retto, considerata anche la posizione dei frugali, che prima hanno cercato di ridiscutere le somme, poi si sono fatti il segno della croce: una polveriera in mezzo all’Eurozona, scriveva il giornale vicino alla Bundesbank. Continua su Huffington Post