Dieci mesi di inutile propaganda. Gianfranco Micciché non ha peli sulla lingua: “In Italia si assiste a un dibattito basato su quattro stronzate. Al mio elettorato non frega nulla dei migranti, dei vaccini e dei vitalizi. Alla gente interessa lavorare, interessa capire perché le banche non concedono prestiti e costringono le aziende a chiudere, interessa sapere quando sistemeranno l’autostrada Palermo-Catania. Forse sarebbe più comodo percorrerla con l’ottovolante”.

Le chiacchierate con Gianfranco Miccichè, al netto delle iperboli, si imperniano sui contenuti. Che il leader siciliano di Forza Italia, nonché attuale presidente dell’Ars, fa emergere in modo quasi straripante. Il tema del momento è il viaggio di Musumeci a Pontida per il ritrovo annuale della Lega Nord: “Ognuno può fare ciò che crede – commenta Miccichè a posteriori – e il presidente ha fatto bene ad andare, ma io devo prendere le distanze. Perché Forza Italia ha un elettorato diverso da quello della Lega, e rischia di andare in confusione”.

“Noi siciliani siamo un popolo di migranti, non esiste un siciliano che non abbia un parente in Belgio, o in Argentina. Questo accanimento nei confronti della povera gente a noi non piace, e non rappresenta il problema dei problemi”.

Micciché ai suoi militanti ha detto di evitare l’ “abbraccio mortale” con la Lega: “Non mi riferivo ad alleanze di governo, che in Italia ci sono. Ma parlavo di incorporazione. Il nostro elettorato, finché esistono Forza Italia e Berlusconi, ci vota. Ma se dovesse rimanere solo Salvini… beh, sarebbe diverso. Il nostro è un mondo moderato”. E da lì riparte la polemica verso una “comunicazione drogata. Come nella Seconda Guerra Mondiale, quando gli italiani si propinava il mito di Bartali, che vinceva sempre, per non mostrare quello che accadeva in battaglia. Oggi si parla solo di migranti quando in realtà i temi sono altri. Ho fatto tre campagne elettorali negli ultimi mesi e non c’è un solo militante che sia venuto da me a dirmi che il problema è l’immigrazione. Questo tema è diventato uno strumento per costruire consenso, ma qui in Sicilia la Lega ha l’1%”.

I fronti aperti da Micciché sono due: da un lato Salvini (“Che a me comunque piace – spiega il presidente – Potrebbe utilizzare le sue competenze in Economia e gioverebbe a tutti”) e dall’altro i Cinque Stelle, che si preparano a depositare al Consiglio di presidenza una proposta per abbattere i vitalizi anche in Sicilia: “Ma è una cosa che non esiste, una barzelletta – sbotta Micciché – I vitalizi sono stati cancellati nel 2011, ormai sette anni fa. Quello dei Cinque Stelle è un accanimento nei confronti di gente che ha 90 anni, a cui vogliono togliere la pensione. Noi per loro dovremmo morire perché abbiamo avuto la sfacciataggine di aver fatto politica prima che arrivasse Grillo. E una cosa vergognosa e da parte mia troveranno solo barricate. Non ha senso tutto questo. Vorrei che il popolo si svegliasse e invitasse questi dei Cinque Stelle a lavorare, gli dicesse di creare nuove condizioni di sviluppo o di sistemare le strade”.

L’Assemblea Regionale Siciliana spende ogni anno 17 milioni in vitalizi (dato Repubblica): “Il fatto è che noi siamo l’unica assemblea a spendere del denaro, perché altrove sono le regioni a farsene carico, e non le assemblee. Il passato è il passato e non puoi cancellarlo. E’ come se oggi, parlando con un pensionato, gli chiedessi: quanto prendi di pensione? Tremila? Adesso facciamo millecinquecento… Ma qual è la logica di un ragionamento che porta all’impoverimento? E perché solo per la politica? Dovremmo chiederci più spesso quanto prendono di pensione un alto funzionario regionale, o i magistrati. Sia quelli bravi, sia quelli che non azzeccano un processo. A Cancelleri, che batte ancora su questa storia dei vitalizi, ho già fatto una proposta alternativa: aboliamo gli stipendi. Torniamo a fare la politica come volontariato. A quel punto solo chi è già ricco di suo potrà farla… Più che politica, questa storia dei vitalizi mi sa tanto di vendetta personale, che io non sopporto. Ma Cancelleri e i Cinque Stelle sono livorosi e hanno un odio sociale nei confronti di chi sta meglio ed è più bravo di loro”.

La chiosa sulla tenuta della maggioranza, che la visita di Musumeci a Pontida, stando a Micciché, non ha sfaldato: “Non mi pare ci sia alcuna rottura, ma un tentativo costante di rafforzarla questa maggioranza. Il consenso di Forza Italia ha ripreso a crescere, anche perché a noi non piace sparare alla gente in mezzo al mare”.