I 5 Stelle sbaragliati in casa, sul web, da Gianfranco Micciché. E’ questo, dopo quasi tre ore, l’esito del sondaggio sui vitalizi proposto dalla pagina ufficiale del Movimento 5 Stelle Sicilia. “Vitalizi ex parlamentari: da che parti stai? – chiede il post – Noi del Movimento 5 Stelle vogliamo tagliare questo privilegio ingiusto anche qui alla Regione siciliana. Ma siamo gli unici. Perfino Miccichè ha avuto il coraggio di dichiarare che senza morirebbe di fame. Voi da che parte state?”. Il responso – alle 16.20 del 4 luglio hanno votato poco più di 23mila persone – è sorprendente ma netto: il 71%, infatti, dà ragione a Micciché, solo il 29% a Cancelleri (il proponente).

Il presidente dell’Ars, sebbene per votare rimangano ancora sei giorni, fa il pieno a casa dei grillini. Come, cinque giorni fa, lo aveva fatto la “casta” romana di fronte al sondaggio lanciato sul profilo nazionale del M5S. In quel caso all’indomani della proposta Fico. D’Alema, Cirino Pomicino, Bertinotti e De Mita avevano strappato il 64% prima che gli editor del profilo Fb, forse pieni di vergogna, rimuovessero il sondaggio dalla pagina. E adesso, di fronte all’ennesima sconfitta social annunciata, cosa succederà?

NUMERI E VITALIZI: LA MANNAIA SU 317 EX DEPUTATI

La parolina magica è ex. I vitalizi da abbattere, di cui parlano Cancelleri e il Movimento 5 Stelle, in realtà non riguardano i deputati regionali in carica. Bensì gli ex parlamentari, quelli che hanno prestato servizio a Palazzo dei Normanni prima del 2011, anno in cui i vitalizi con una legge vennero cancellati. Il tentativo di introdurre in Sicilia la delibera Fico, quella approvata qualche giorno fa alla Camera, è visto con sospetto da Gianfranco Miccichè, il presidente dell’Assemblea, che ha già promesso le barricate di fronte al tentativo dei Cinque Stelle di intaccare un diritto acquisito. Sono a rischio gli assegni di 317 ex deputati, che subirebbero una sforbiciata media del 50%.

Le motivazioni dei grillini si sviluppano però attorno a un numero: 17, come i milioni di euro annui che l’Ars spende in vitalizi. La Legge Fico, calcolatrice alla mano, potrebbe portare a un taglio da 9 milioni. Palazzo dei Normanni eroga 158 assegni diretti – rivolti pertanto ad ex parlamentari in vita – pari a 716mila euro al mese, come svelato da Repubblica. A questi si aggiungono 129 assegni di reversibilità a parenti di ex onorevoli defunti, che costano 588mila euro al mese. Una trentina di ex deputati, evidentemente quelli che hanno frequentato Sala d’Ercole a cavallo della riforma del 2011, percepiscono un vitalizio con sistema misto (“vecchio” vitalizio fino al dicembre ‘11, contributivo dopo) per un costo totale di 165mila euro all’anno. Chi è stato eletto all’Ars dopo il 2011, invece, ottiene una normale pensione con sistema contributivo e si vede recapitare ogni mese a casa 700 euro lordi.

Ci sono anche altri casi: quelli del vitalizio doppio. Che percepiscono, oltre alla pensione dell’Ars, anche il vitalizio per aver passato del tempo alla Camera dei Deputati o al Senato della Repubblica: ad esempio Guido Lo Porto, Vladimiro Crisafulli, Mario D’Acquisto o Angelo Capodicasa. Il M5S presenterà in Consiglio di Presidenza anche una proposta per abolire il doppio assegno.