I finanzieri del comando provinciale di Palermo, nel corso di una indagine delegata dalla Procura, hanno individuato 145 soggetti con precedenti condanne per mafia che percepivano il reddito di cittadinanza. Sono stati denunciati con l’accusa dichiarazioni mendaci e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Ma anche all’Inps, con cui la finanza agisce in costante sinergia, per la revoca del sussidio ed il recupero del beneficio economico. E’ la nuova frontiera dei boss: fingersi poveri e intascare il reddito per tenere lontani sospetti, confische e sequestri. Nell’ambito dell’operazione portata a termine questa notte, il procuratore aggiunto di Palermo Sergio Demontis e il sostituto Andrea Fusco hanno già notificato 26 provvedimenti di sequestro preventivo.

Le ricerche hanno riguardato circa 1.400 persone, tra cui sono stati selezionati coloro che a partire dal 2009 hanno subito condanne definitive per reati che impediscono di fruire del reddito di cittadinanza. Le cifre intascate variano da 700 a 10.400 euro. Gli indagati o i familiari degli indagati hanno infatti subito condanne per i reati di associazione di tipo mafioso, oppure per reati aggravati dal metodo mafioso come tentato omicidio, estorsione, rapina, favoreggiamento, trasferimento fraudolento di beni, detenzione di armi, traffico di sostanze stupefacenti, illecita concorrenza con minaccia o violenza, scambio elettorale politico-mafioso. Una fattispecie che, di fatto, vieta l’accesso alla misura assistenziale pensata dal Movimento 5 Stelle, che a due anni dalla sua introduzione si dimostra, quanto meno, fallace.

Tra i mafiosi col reddito anche Antonino Lauricella, boss della Kalsa soprannominato lo scintillone, che ha ricevuto dallo Stato oltre 7 mila euro; Bartolo Genova, che è stato reggente del mandamento di Resuttana; Maria Vitale, figlia del capomafia di Partinico, Leonardo; e Filippo Fiorellino, soprannominato Ciuriddu, organico alla cosca di Corso dei Mille e molto vicino al boss Pietro Vernengo.

La Guardia di Finanza ha quantificato in circa 1 milione e 200 mila euro le somme percepite a partire dal 2019. Inoltre gli investigatori hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Procura di Palermo nei confronti di 26 soggetti condannati per associazione di tipo mafioso o per reati aggravati dal metodo mafioso, per un ammontare complessivo di oltre 70 mila euro.