“L’intelligenza di questa sentenza non è che manda assolti tutti, ma che dice: non ci sono reati”. L’ex Ministro della Giustizia (fra il ’91 e il ’93) Claudio Martelli, in un’intervista al Giornale, torna a parlare dell’epilogo sulla Trattativa, che in appello ha visto l’assoluzione di quasi tutti gli imputati, ad eccezione di Bagarella e Cinà. La sentenza, secondo Castelli, conferma che “c’è stata una trattativa tra apparati dello Stato, nello specifico i Ros dei carabinieri, con esponenti di Cosa Nostra come Ciancimino, per avere informazioni utili per le indagini, evitare nuove stragi e catturare Totò Riina. Ma un conto è la trattativa di un privato cittadino, un conto è quella di rappresentanti delle istituzioni con mafiosi, per convincerli a collaborare con la giustizia, offrendo benefici”. L’ex Guardasigilli conferma, però, che in passato si fecero degli errori: “Nel maggio e poi nell’ottobre del ’93, quando il mio successore alla Giustizia Conso tolse dall’isolamento del carcere duro prima 100 poi 300 mafiosi fu un atto di cedimento, un errore politico gravissimo. Ma non è un reato pensare, sbagliando, che così sarebbero finite le stragi”.