Il Grande Oriente d’Italia, la loggia massonica per eccellenza, convola a teatro. Lo scorso 20 gennaio, di fronte a un pubblico competente e appassionato, il Goi ha portato in scena, al teatro Bellini di Catania, il Flauto Magico. Quella che viene definita l’opera lirica della maturità di Amadeus Wolfgang Mozart. Die Zauberflote, come si legge sul sito del Goi, “è dichiaratamente massonica.  Non certo l’unica, di composizioni massoniche mozartiane ve ne sono una moltitudine. La prima risale addirittura già a quando aveva appena undici anni”.

Magistralmente eseguita da orchestra, coro e solisti, diretti dalla eccellente bacchetta di Gian Luigi Gelmetti, il Flauto Magico è stata presentata con una regia che ne ha stravolto totalmente i canoni, sdoganandola da fiaba naïvee e riportandola a racconto massonico, con tanto di tempio e paramenti del Grande Oriente d’Italia. Il regista Pier Luigi Pizzi, alla soglia dei suoi 90 anni, ha presentato un’inedita trasposizione dell’opera lirica, spogliandola di tutti i variopinti simboli fiabeschi, che nei secoli si erano andati inserendo nel suo tessuto connettivo, e facendole indossare il suo originale abito. “Ma la cosa sorprendente – si legge ancora nella recensione effettuata sul sito del Grande Oriente d’Italia – è che la libreria, nelle scene più significative del capolavoro mozartiano, cede il passo ad un tempio massonico, così come lo si rappresenta nei quadri di loggia. Un vero e proprio spettacolo per gli occhi, a dispetto dell’apparente minimalismo delle scene”.

Il luogo, Catania, e la proposta, della massoneria, si intrecciano a uno dei momenti più controversi per la storia della “fratellanza”. Quella in cui una legge, firmata dal deputato dei Cento Passi Claudio Fava, costringe chi riveste cariche istituzionali all’interno del panorama siciliano, a dichiarare la propria appartenenza alla massoneria. Ecco che per uscire dalle tenebre e dal mistero, il Goi si apre alla luce e si tuffa a teatro, promuovendo un’iniziativa più unica che rara nel suo genere. Ma soprattutto coraggiosa: “Coraggiosa la scelta di rivolgersi al Grande Oriente d’Italia, per utilizzarne i paramenti massonici. Coraggiosa, soprattutto in un momento come questo, nel quale la massoneria sta subendo attacchi dal mondo politico. Coraggiosa, anche perché questa edizione rivoluzionaria ha visto la luce in un importante teatro siciliano; quella Sicilia nella quale l’assemblea regionale ha recentemente varato una legge discriminatoria nei confronti della libertà di associazione ed in particolare nei confronti della massoneria” scrivono dal Goi.

“A questo punto, stando a quanto deciso dalla classe dirigente politica siciliana, ci si potrebbe aspettare indignazione da parte del pubblico e critiche negative. Nulla di tutto ciò. Il pubblico, a fine serata, è uscito dal teatro soddisfatto ed anche positivamente incuriosito e, nei giorni successivi le critiche sono state tutte lusinghiere, a dispetto di tanto clamore antimassonico, sbandierato nel passato recente. Un’operazione vincente che andrebbe ripetuta in altri teatri, per testimoniare che i liberi muratori non cospirano nelle cripte, ma che lavorano realmente per il bene e il progresso dell’umanità”.