In qualcosa la Sicilia arriva prima. L’Assemblea regionale ieri ha dato il via libera alla Legge Fava, che impone a tutti i politici dell’Isola – e non solo ai deputati regionali come si pensava all’inizio – di dichiarare la propria appartenenza alle logge. “Non è un ddl punitivo contro chi decide di iscriversi alla massoneria ma soltanto una proposta di trasparenza” ha detto Claudio Fava, che è anche il presidente della Commissione regionale Antimafia. “Abbiamo costruito una pagina importante per questa Assemblea. Speriamo che anche il Parlamento nazionale si adegui alla Sicilia. Nonostante le fortissime pressioni in senso contrario, abbiamo affermato un dovere di trasparenza e di responsabilità che adesso andrebbe esteso a tutte le cariche elettive in Italia”.

Per effetto di un articolo riscritto dal Movimento 5 Stelle, la dichiarazione di adesione (ma anche di non adesione) alla massoneria dovrà essere formulata anche dal presidente della Regione e dai suoi assessori, e persino da sindaci, consiglieri comunali e componenti delle giunte municipali. Ciò a decorrere dai 45 giorni successivi all’entrata in vigore dalla Legge e, in vista dei prossimi giri elettorali, entro un mese e mezzo dall’insediamento per qualsiasi carica.