Si può migliorare la perfezione? Difficilmente. Lo spettacolo a cui ha assistito sabato sera un pubblico numeroso e appassionato è stato, in effetti, uno straordinario esercizio di stile e di perfezione, che nulla ha da migliorare.

La location era, ancora una volta, il Real Teatro Santa Cecilia e il musicista era Giuseppe Milici, nel suo tributo al belga Jean Baptiste Toots Thielemans, uno dei più apprezzati armonicisti jazz di tutti i tempi, che fortemente lo ha ispirato nella sua lunga e brillante carriera.

Un crescendo di emozioni quello suscitato da Milici, nell’esecuzione di brani considerati capolavori del jazz, ma anche di classici della musica leggera o di temi cinematografici, colonna sonora di un viaggio nelle sconfinate praterie della musica.

Ascoltare Milici è come intraprendere un percorso all’interno di una musicalità forte, intensa, ma all’un tempo delicata e penetrante. Il suono che esce dal suo strumento è capace di provocare nello spettatore un mix di emozioni e di sentimenti contrastanti: di gioia e di leggerezza, ma anche di struggente malinconia; ha la forza di toccare corde di sentimenti inesplorati, vibrazioni sempre nuove e diverse.

Accompagnato, per l’occasione, da una scintillante Orchestra Jazz Siciliana, diretta dal maestro Domenico Riina, con il quale non era difficile cogliere l’affiatamento e la complicità, il pubblico, sempre molto attento e partecipe, ha potuto apprezzare l’originalità degli arrangiamenti. Come nell’esecuzione di un grande classico quale “The shadow of your smile” di Johnny Mandel, nella raffinata versione del maestro Ignazio Garsia, e che l’armonica del musicista, con il suo canto tagliente, fatto di sibili e di vento e di voci affilate, ha saputo rendere sinuosa e morbida, intrisa di una vena nostalgica, mai disperata. Ma anche “Bluesette” capolavoro dello stesso Thielemans, “The Dragon” o la più ritmata e allegra “My little suede shoes” di Charlie Parker, “Imagine” di John Lennon o la più incalzante  ”Manteca” di Dizzy Gillespie, orchestrata dal maestro Domenico Riina.

Intrigante anche l’esecuzione di “St. Thomas” di Sonny Rollins, esaltata dalla presenza di Claudio Giambruno, sassofonista di straordinaria sensualità e di limpide tonalità.

Una melodia di frontiera quella creata da Milici, un’armonia della terra di mezzo situata nella giusta metà tra il cuore e l’anima.

Mister Armonica è lui.