Una cosa non si può certo negare a Rosario Tindaro che di cognome anagrafico e nome d’arte fa Fiorello: che nella sua carriera artistica non le abbia provate tutte. La tv commerciale che scende in piazza quando con il codino negli anni Novanta spopolava con il karaoke, il grande show istituzionale del primo canale Rai rigorosamente in diretta con gran dispendio di mezzi e di ospiti, la radio che diventa televisione e la televisione che diventa radio, le edicole al mattino presto dai bar con cappuccino, cornetto e avventori vip a sorpresa, i megashow live dai grandi teatri ai palasport, alle enormi arene all’aperto, doppiaggi di cartoon internazionali, il web come set televisivo, il Festival di Sanremo da superospite e perfino da cantante in gara. Uno che non si è (e non ci ha) fatto mancare niente. Che adesso si conceda lo show by app su Raiplay non dovrebbe dunque stupire nessuno. Al ritorno di Fiorello sul video (del pc) farà da traino Fiorello stesso sul video (della tv) – da lunedì prossimo per cinque sere – con una striscia di 15 minuti su Rai1 dopo il Tg1 delle 20 mentre le puntate per Raiplay partiranno in esclusiva dal 13 novembre fino al 22.

Fiorello’s mythology. Di quando in famiglia, ad Augusta, c’era un solo stipendio, quello del padre, Nicola, appuntato radiotelegrafista della Guardia di Finanza, e a tavola arrivava un pollo soltanto. «Le cosce ad Anna e Catena (le sorelle, ndr), i petti a Rosario e Beppe (i fratelli, ndr) e le ali se le spolpavano loro, papà e mamma». Papà Nicola va poi in pensione e vuol fare alla moglie quel regalo che i tempi stretti e i sacrifici del quotidiano non gli hanno permesso di fare: portarla a ballare. Così approfitta del Carnevale di Letojanni (paese di cui è originario e dove i Fiorello si concedevano qualche settimana al mare) e una sera la invita. Due fidanzatini. Tra un ballo e l’altro, esce fuori a prendere una boccata d’aria e ad accendersi una sigaretta. Infarto fulminante. La serata danzante finisce in dramma.

Da Rosario a “Fiore”. Comincia a fare l’animatore al Valtur di Brucoli e per anni farà sorridere la gente in vacanza dalle Alpi fino in Kenya. Il tram passa una prima volta: in un villaggio lo nota Gino Landi, lo propone a Pippo Baudo per un provino, lui si dilunga con le sue prolissità e Baudo lo boccia. Poi lo presentano a Claudio Cecchetto che lo fa entrare a Radio DeeJay e da lì prende il via un curriculum inarrestabile, affollatissimo, trasversale che dai microfoni lo porta davanti alle telecamere, nei palasport, nei teatri antichi. Il Karaoke dapprima è un flop (6% di share) tanto che lui se ne torna nello studio radiofonico milanese ma man mano che Italia 1 trasmette le puntate già registrate gli ascolti si gonfiano (25%) e lo costringono a far cantare tutti nelle piazze per anni. Il “codino” ha fatto gol.

Sull’altare e nella polvere. La tv gli ha aperto le porte. Fa il Festivalbar e mille altre cose ancora, e mille premi vince, Telegatti, Regia Televisiva e quanto di riconducibile a statuette, coppe, targhe e trofei ci sia. L’apice è Sanremo. Si presenta da cantante in gara nel ’95 con un brano che Max Pezzali vorrebbe tenere per sé e ben si capisce perché Finalmente tu (che la casa discografica assegna a Fiorello) è una canzone accattivante mentre Per averti qui (il motivo che i manager impongono invece a Pezzali per l’Ariston) è una mezza ciofeca. Vincitore annunciato, “Fiore” entra Papa ed esce cardinale: arriva quinto e fa la parte del re infastidito, corrucciato, offeso e già si capisce che qualcosa non va. Anche perché prima che arrivi il suo codino arrivano cinque  mastodontiche guardie del corpo, perché indossa certi pastrani e certi completi extragriffati tra il divo hollywoodiano e il gangster, perché gira in Limousine coi vetri schermati e segretaria, perché anche in quella settimana di Riviera canterina fa vita a sé con Anna Falchi, allora sua fidanzata e presentatrice proprio quell’anno della kermesse a fianco a Baudo, la bionda che recita il ruolo della “pupa del boss”. È il momento di un super-ego impazzito, il momento della cocaina, anche. Una sera, anni dopo, durante una pausa delle prove di un suo spettacolo, sugli spalti del teatro antico di Taormina, mi dirà: «Vedi? Butto un occhio laggiù dove è sepolto mio padre (il cimitero di Letojanni, ndr) e stasera è come se fosse qui, tra il pubblico, e vorrei fosse orgoglioso di me. E mi perdonasse».

Un abisso dal quale risalirà pian piano, lo aiuterà Maurizio Costanzo che se lo piazzerà accanto come spalla per certi show piuttosto dimenticabili ma che lo riporterà poco alla volta con i piedi per terra. A Mediaset passa da un programma all’altro fino a che, all’alba del nuovo secolo, la Rai decide di giocare la carta Fiorello con il primo dei grandi show che gli affida, Stasera pago io: è un trionfo.  Lo stesso, complice l’ex sodale di DeeJay Marco Baldini, con la radio: e l’auditorio B di via Asiago si trasforma per sette anni in un pazzo, divertente, imprevedibile villaggio vacanze dove qualsiasi artista capiti – anche di passaggio per altri studi –deve esibirsi. Poi a viale Mazzini altri show e altri exploit, la scoperta del web e il trasloco a Sky anche qui con grandi spettacoli, le pubblicità a fianco di Mike Bongiorno, le incursioni al Festival di Sanremo e perfino in diretta negli studi dei tg, la scoperta del web con lo smartphone a sostituire il plotone di telecamere, con la ritrovata voglia dell’eterno scavezzacollo. Ecco, la app Rai cui approda adesso potrebbe anche essere un test per capire quale pubbico segua oggi Fiorello, se quello fedelissimo ma ormai suo coevo (a maggio prossimo saranno 60) oppure anche quello dei ragazzi della digital generation.

La famiglia. Dopo varie starlette, mette sentimentalmente “la testa a posto” a fine anni Novanta con Susanna Biondo (si sposano nel 2003), romana di origini palermitane, che gli dà un ritrovato senso di casa, famiglia e anche una figlia Angelica, più un’altra figlia, Olivia, che porta con sé dal suo primo matrimonio. Telefona ogni giorno a mamma Rosaria, si sente spesso coi fratelli: con Beppe (attore affermato), Catena (scrittrice), Anna (la maggiore, commerciante).

Conti in tasca. Molto ha guadagnato e bene ha investito. Attualmente ha due società: la prima quasi interamente di beni immobiliari, la seconda di attività artistiche, entrambe fifty-fifty con sua moglie ed entrambe (pare) con un cospicuo capitale. Una bella casa a Roma, una bellissima villa a Cortina.

Vita quotidiana. Nella norma. Figlia da lasciare a scuola, spesa al supermarket, pranzo e cena possibilmente light, oggi che la testa s’è incanutita. Odia comunque le diete: i petti di pollo alla griglia gli mettono una discreta tristezza.