Sono cinque anni che questo giornaluzzo suggerisce a Musumeci di diffidare del Bullo e della sua capacità luciferina di imbrogliare le carte. Ma il presidente non ha raccolto. Anzi. Travolto da un’accecante passione, si è lasciato trascinare in quella palude – fatta di furbizie e giochi proibiti – dentro la quale il Bullo guazza da vent’anni. Ora i nodi sono venuti al pettine. La prova più evidente l’ha fornita l’Assemblea regionale che, con una rivolta d’aula, ha chiuso i canali di spesa che avrebbero regalato al Governatore una comoda campagna elettorale. Il Bullo l’ha combinata grossa. Con il trucco del “bere o affogare” credeva di imporre all’Ars la sua arroganza. Ma andò per fregare ed è rimasto fregato. Con la conseguenza che Musumeci si ritrova oggi con le spalle nude e le braghe per terra. (Però non ditelo a Giorgia: lei lo ritiene ancora uno statista).