A destra tutti si sono rassegnati all’impero di Salvini. Ma non ad abbandonare la scena. Così il tentativo strenuo di tirare per la giacchetta il Ministro dell’Interno e la sua Lega, e sottrarli all’abbraccio dei Cinque Stelle, è stato il leit-motiv di una conferenza stampa convocata a Roma da Nello Musumeci, governatore siciliano, e Giovanni Toti, omologo ligure, per presentare un protocollo d’intesa su tematiche legate all’innovazione digitale. Più che altro è diventata un’occasione per parlare di innovazioni politiche. Su tutte, il tentativo di costruire una seconda gamba del centrodestra, che resti vincolata alla prima (il Carroccio). “Per dare una casa alle tante anime del centrodestra, in cui ci sono tra gli altri riformatori e liberali, di questo paese” ha detto Toti, che in Liguria è stato piazzato da Forza Italia, ma da un po’ di tempo a questa parte spinge forte in direzione Pontida.

Al suo fianco Nello Musumeci, che in attesa di conoscere il suo destino politico in Sicilia e quello di Diventerà Bellissima alle Europee, rimarca il concetto: “Vogliamo rinvigorire il centrodestra – ha spiegato Musumeci – senza parlare di contrapposizioni a Salvini. Vogliamo creare un’alternativa a questo governo recuperando la Lega al centrodestra”. Più chiaro di così… Sempre e comunque Lega. Poco importa se Forza Italia, partito di Toti ma anche di Gianfranco Miccichè, in Sicilia abbia sposato una linea di contrapposizione forte rispetto alle posizioni leghista sull’immigrazione, per dirne una. E se lo stesso Musumeci, mentre da un lato cerca di mantenere saldi i rapporti con Salvini e con la Meloni, dall’altro si offre per la creazione di un fronte antipopulista che contempli una ferma opposizione ai due partiti che il populismo lo incarnano alla perfezione. Un quadro frastagliato che neanche Picasso.