Sarà giallo senza deroghe. E anche a San Valentino, la sera, i ristoranti rimarranno chiusi. Per le cenette romantiche ripassare l’anno prossimo. Il tentativo di Musumeci – chiedere una deroga per garantire l’apertura di bar e ristoranti fino alle 22 – non verrà accolta. E’ più un tentativo per ingraziarsi ristoratori e associazioni di categoria, che dopo l’annuncio di metà settimana (“Zona gialla? Prima dimezziamo i contagi”) erano balzati sulla sedia, chiedendo conto e ragione sulla nuova frenata. Il governo nazionale non ha mai concesso deroghe a chi le ha richieste, specie sugli orari di apertura. Non lo farà nemmeno stavolta. “Noi la chiediamo solo per la festività di San Valentino”, ha specificato il governatore. Cioè per domenica (anche se Musumeci ha parlato più espressamente di weekend). Si creerebbe un pericoloso precedente.

A margine di una conferenza stampa sull’agricoltura, Musumeci aveva rotto gli indugi: “Stiamo raccogliendo alcuni dati, per fortuna, confortanti: diminuisce il numero dei ricoveri anche in terapia intensiva, dei contagiati e abbiamo un Rt intorno allo 0,60, anche se ancora non ufficiale. Ho buoni motivi per pensare che col dato ufficiale di domani potremo chiedere al governo non solo l’introduzione della zona gialla, ma mi piacerebbe se il ministro ci autorizzasse a consentire ai ristoratori e a chi somministra cibo di potere tenere aperti i locali per questo fine settimana fino alle 22, in occasione della festa di San Valentino”.

Il governatore, che un paio di giorni fa aveva espresso qualche riserva (“Prima devono dimezzarsi i contagi”, aveva detto), è dovuto tornare precipitosamente sui propri passi. A causa del forcing delle parti sociali – i telefoni sono diventati bollenti a palazzo d’Orleans – ma soprattutto degli alleati. I primi a chiedere “al governo nazionale e al presidente della Regione di fare in modo che già dal prossimo fine settimana nella nostra Isola ci possa essere un allentamento delle misure anti-contagio” erano stati i vertici di Fratelli d’Italia, riuniti a Palermo. Il gruppo, alla presenza dei coordinatori Pogliese e Cannella (ma c’erano anche la deputata nazionale Carolina Varchi, l’europarlamentare Raffaele Stancanelli, oltre ai deputati dell’Ars e all’assessore Messina) ha deciso di pubblicare una nota che, a un’ora di distanza è stata “ricalcata” dal segretario regionale della Lega, Nino Minardo: “E’ essenziale, con i protocolli di sicurezza, garantire da subito riaperture ed orari più elastici alle attività di ristorazione e somministrazione, culturali, sportive e ricreative – ha detto Minardo -. Faccio solo un esempio: al punto in cui siamo mi pare ovvio e giusto consentire ai ristoranti di lavorare fino alle 22”. A Musumeci, indispettito per queste fughe in avanti, non è rimasto che allinearsi alla posizione prevalente: giallo sia, magari con qualche deroga ulteriore (sull’apertura fino alle 22).

Oggi è il giorno del verdetto: secondo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore della Sanità, riferito alla settimana 1-7 febbraio, la Sicilia sarebbe comunque promossa in “zona gialla”. I contagi, infatti, sono diminuiti del 21% e, stando ai 21 parametri individuati per la suddivisione dell’Italia in fasce di rischio, non c’è più alcun motivo per tenere chiusi bar e ristoranti. La preoccupazione è data dall’effetto elastico: cioè che le regioni da più tempo in “giallo”, oggi assistono a una risalita dei casi positivi (i due più emblematici sono Campania e Toscana).

Il bollettino di giovedì in Sicilia

Sono 760 i nuovi positivi in Sicilia, su 21.602 tamponi processati, con una incidenza di positivi di poco più del 3,5%, in leggera risalita rispetto a mercoledì. La regione è ottava nel contagio di oggi e scende di una posizione. Le vittime sono state 26 nelle ultime 24 ore e portano il totale a 3.783. Il grosso dei contagi odierni (374, quasi la metà del totale) si registra a Palermo. Scendono i ricoveri: sono 1.236, 42 in meno rispetto a ventiquattr’ore prima; 165 in terapia intensiva (-5).