L’invito di Saverio Romano a Cefalù era stato chiaro: tutto il centrodestra unito alle Europee. Di quell’appuntamento, e di quei propositi, tutti sembravano entusiasti. Ma in politica le posizioni si ribaltano in fretta. E così ecco che un sabato pomeriggio qualunque, Nello Musumeci compare a un convegno organizzato dagli ex Mpa a Enna. Sono i fedelissimi di Lombardo, che vogliono riposizionarsi – hic et nunc – nel panorama politico regionale. La sala è piena, Musumeci assiste a buona parte degli interventi, poi prende la parola e riceve un’acclamazione quando dice che bisogna mettere “insieme le forze per creare un grande partito della Sicilia”. Un partito che “muova il 35-40%” nell’Isola, “capace di condizionare anche le scelte nazionali, facciamolo io ci sto”. Dal moderatismo all’autonomismo il passo è breve. Ma l’invito del governatore, lo sprono in realtà, giunge dritto alle orecchie di Micciché: “Se ci vuole stare Forza Italia sia la benvenuta, rinunci al simbolo e stia con noi, ognuno di noi rinunci al simbolo”. Anche qui un progetto di federazione che guardi oltre le Elezioni. Ma i principi ispiratori sono diversi. Il gioco delle tre carte di Diventerà Bellissima prevede anche un coinvolgimento nel progetto leghista, che alcuni come Ruggero Razza caldeggiano in modo convinto. Poi c’è Lombardo (magari insieme alla Meloni), infine il listone dei moderati con Romano, Micciché e l’Udc. Possibilità tante, idee (forse) confuse. E’ la politica, bellezza.