La grande convention che sarebbe servita a Nello Musumeci per presentare il programma di tre anni, e (soprattutto) ad annunciare la sua ricandidatura a palazzo d’Orleans, per il momento non si farà. Era in programma l’11-12 giugno, ma gli organizzatori s’erano accorti che fino al 15 era impossibile tenere eventi per le note restrizioni anti-Covid (sono vietati i matrimoni, figuratevi i bagni di folla). Così si era pensato di ripiegare sulla settimana successiva: venerdì 18 e sabato 19. Ma stavolta, a differenza di qualche settimana fa, dai canali social del presidente non sono emersi spunti né locandine. Così come confermato oggi da ‘La Sicilia’, non ci sarà nessuna rimpatriata. Miti consigli avrebbero indotto Musumeci a posticipare l’evento (per fine giugno o, addirittura, dopo l’estate), per il quale era stato richiesto a ogni assessore di preparare delle slides allo scopo di illustrare alcuni esempi di buona amministrazione. Con tutte le riforme ferme al palo, non sarebbe stato facile.

Eppure, secondo il racconto del collega Barresi, erano stati scelti la location (i cantieri culturali della Zisa, a Palermo) e il conduttore (Massimo Minutella). Ma tutto è stato messo in stand-by. La scelta di sospendere la manifestazione sarebbe stata assunta nei giorni scorsi, durante la permanenza di Musumeci a Catania. A incidere sono stati anche i consigli di Ruggero Razza, che in questi giorni viene dato in trattativa con gli altri gotha della maggioranza (Savona di Forza Italia e Di Mauro degli Autonomisti) per portare a casa qualche riforma in parlamento. Anche ieri l’Edilizia ha fatto segnare uno stop dopo l’approvazione dell’articolo 3. Tornando alla kermesse di Musumeci, si fa spazio l’ipotesi di riprogrammarla a settembre. La prossima settimana sarebbe coincisa, inoltre, con l’udienza di parifica della Corte dei Conti (da cui potrebbero arrivare sorprese sgradite). Infine, manca l’elemento determinante: cioè l’imprinting degli altri partiti alla ricandidatura del colonnello Nello, vero scopo della manifestazione.

Il governatore è rimasto senza grandi elettori. Nessuno, a parte gli assessori della sua squadra (cooptati al grido di “O con me o contro di me”), si sono espressi in tal senso. Non Micciché, il quale ha specificato che il bis di Musumeci non è obbligatorio per nessuno; tanto meno Lega e Fratelli d’Italia, il cui silenzio è indicativo di un certo malessere; e anche i centristi, al momento, sono più impegnati a costruire trame – con al centro ‘la carte dei valori’ – che non a sottoscrivere polizze assicurative in favore del governatore. Insomma, non ci sarebbe stato spazio per le celebrazioni, tanto meno per gli annunci. E questo avrebbe reso inutile un coinvolgimento della base. Per affrontare certi argomenti, è necessario che maturino le condizioni. Ci vorrà del tempo, e non è detto che basti.