Qualcosa cova sotto il tappeto della pandemia. Nello Musumeci non lo dice apertamente, ma potrebbe riaffidare l’assessorato alla Salute al suo “delfino” Ruggero Razza, che si era fatto da parte all’indomani dell’inchiesta sui “morti spalmati”: “Ho detto all’inizio del mio interim che non sarebbe durato pochi giorni, ma neppure molti mesi – ha dichiarato Musumeci a ‘Repubblica’ -. Quindi, nessuna sorpresa. Avevo chiesto fin dall’inizio all’avvocato Razza, che non era destinatario di alcun provvedimento personale, di non presentare le sue dimissioni. Lui ha insistito perché riteneva, da penalista e da uomo onesto, di volere prima parlare con l’autorità giudiziaria senza intaccare il governo. Io ho rispettato quella sua scelta. Il lavoro svolto in tre anni dall’assessorato alla Salute – insiste il governatore – è sotto gli occhi di tutti ed è stato diffusamente apprezzato, persino dagli oppositori più leali”. Siamo all’alba di un nuovo incarico? Probabile, anche se Musumeci, “per il momento”, preferisce non aggiungere altro.

Le intenzioni, però, appaiono fin troppo chiare: ricreare il ticket con Razza nonostante – secondo il Gip di Trapani (adesso l’inchiesta si è spostata a Palermo) – sulla gestione dei dati l’assessore avrebbe provato a ingannarlo. Ma c’è un’altra questione su cui il presidente appare persino più sicuro: la sua ricandidatura. “Oggi non sto governando da solo, siamo una squadra. Ed è una squadra che, tra mille difficoltà, sta provando a rimettere in piedi la Regione, fra tante macerie. Sento di non dover fermare questa azione e sono certo che nessuno vorrà favorire divisioni”. Sebbene il rapporto con gli alleati continui ad essere turbolento, Musumeci in cuor suo ha già deciso: “Nei colloqui che settimanalmente mi impegnano con tutte le forze politiche avverto che, alla fine, le ragioni dello stare insieme prevarranno. In definitiva: io mi considero una persona leale e di parola. Quando stringo la mano a un alleato vale più di un contratto. Do fiducia, pretendo rispetto”.

E siccome il governatore ha una giustificazione per tutto, ecco quella che oppone a chi lo accusa di immobilismo: “Abbiamo una grande responsabilità: lavoriamo tanto e comunichiamo poco. Me la assumo io per primo. La pandemia ha fatto il resto. Ma in questi prossimi mesi – se ci liberiamo del Covid – vorrò essere presente in ogni provincia della Sicilia per raccontare quello che è stato fatto e quello che vogliamo realizzare”. E magari userà l’argomento del Ponte – l’oppio di questi tempi – per convincere i siciliani che lo sguardo è sempre proiettato avanti: “Il Ponte si farà. Lo vogliono i siciliani, serve al Paese. Si chiamerà Ulisse. Nell’incontro che abbiamo avuto con il presidente di Webuild, Pietro Salini, lo abbiamo ribadito: se servirà, siamo pronti anche a finanziarlo parzialmente”.

Musumeci riceve il vaccino AstraZeneca a Catania

Il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha ricevuto sabato la prima dose del vaccino AstraZeneca nell’Hub vaccinale di Catania (ex mercato ortofrutticolo). “Ho ricevuto – ha detto subito dopo – la prima dose del vaccino: AstraZeneca naturalmente. Sono contento di essere entrato anch’io nel novero dei siciliani che si avviano verso la totale immunizzazione. Spero che questa mia azione possa essere condivisa da quanti si trovano nelle mie stesse condizioni. Stiamo combattendo battaglie durissime per abbassare l’età dei cittadini ammessi al vaccino e siamo finalmente arrivati anche nelle isole minori. Andiamo avanti, perché dobbiamo uscire il prima possibile da questo tunnel. E sono convinto che ce la faremo”.