Musumeci-5 Stelle, come una vecchia storia tornata d’attualità. Qualche settimana fa, dopo il sondaggio de “La Sicilia” che dava in picchiata il gradimento dei siciliani nei confronti del governatore, fu Giancarlo Cancelleri, dai banchi dell’opposizione, a offrire due penne e un foglio bianco per scrivere un contratto e salvare la legislatura, tuttora priva di una maggioranza all’Ars. Con un appunto: tagliare i rami secchi. Leggasi quei partiti, come Forza Italia, che i grillini non hanno mai considerato potenziali partner (per usare un eufemismo). Musumeci rispose contrariato: “Il contratto ce l’abbiamo già ed è quello firmato coi siciliani in campagna elettorale”.

Da quel momento non c’è molto di nuovo sotto il sole. Se non che il governatore avrebbe commissionato un altro sondaggio, di tasca propria, per vedere se ha davvero perso le redini del popolo. E nel frattempo, nell’intervista concessa a Emanuele Lauria per “Repubblica”, ha rilanciato la vecchia idea dell’accordo coi Cinque Stelle: “A patto che il contratto non si tocchi” ha ribadito. “A Cancelleri dico: scriviamo insieme le cose da aggiungere a un contratto che ho già”. Ha aggiunto Musumeci di saper governare senza una maggioranza. Segno che la sponda al M5S non è poi così necessaria. Ma una sorta di polizza per venir fuori da una stagnazione riformistica che fin qui non ammette molte repliche. Ma difficilmente, con questi equilibri, la trattativa potrà andare in porto.