No, non è il candidato più forte che ci sia. Non ha il carisma che trascina le folle e nemmeno lo slancio giovanile di Giorgio Mulé. Ma Renato Schifani, 72 anni, è certamente un uomo delle istituzioni: è stato presidente del Senato e ha retto la seconda carica dello Stato con equilibrio e con uno stile rispettoso di tutte le forze politiche. La convergenza di tutto il centrodestra sul suo nome ha messo finalmente fine alla macelleria dei veti incrociati, alla spocchia boiarda di Ignazio La Russa, alla cornacchiante vandea dei “Boia chi molla”: una rivolta contro gli alleati alimentata dalle vedove di Nello Musumeci e dai tre bulli che avevano trasformato Palazzo d’Orleans in un eldorado per le lobby e gli intermediari di affari. Certo, ora c’è l’impegno più gravoso: vincere le elezioni. Ma Schifani, che non è un gigante, non ha giganti di fronte a sé. Può farcela.