La “pace” è durata poco. L’inefficienza del Comune di Palermo nel gestire la “febbre da contagio” da Coronavirus, ha fatto scattare sulla sedia Fabrizio Ferrandelli. “Le istituzioni devono funzionare e questa città, alla deriva in molti ambiti, deve poter essere controllata da chi come noi, all’opposizione, ha funzione di pianificazione, proposta e controllo. L’amministrazione non ha colto la nostra disponibilità e volontà ad affiancarla nel coordinamento dell’emergenza così da far fronte comune e raccogliere tutte le sensibilità politiche intorno al governo di questo delicato momento”. Ferrandelli aveva reagito con stizza alle dichiarazioni di Orlando a Repubblica, in cui il sindaco asseriva che “trent’anni fa abbiamo battuto il virus della mafia” e ora “vinceremo anche questo”. “Un primo cittadino – aveva ribattuto Ferrandelli – può davvero sbilanciarsi in affermazioni così ardite? “Abbiamo sconfitto la mafia” e “Sconfiggeremo anche il virus”… La prima è smentita da alcuni episodi e dagli interessi mafiosi che emergono nella gestione di alcune pratiche del Comune. La seconda affermazione sul virus mi sembra di cattivo gusto e non corrispondente allo stile istituzionale che si atterrebbe a chi ogni giorno dovrebbe stare in trincea a lottare per la collettività, rispettando il dolore e le preoccupazioni dei propri concittadini a cui servono parole di verità e provvedimenti efficaci, non toni trionfalistici”.