C’è un luogo incantato nel nostro meraviglioso paese, che affascina da 2500 anni, da quando nel quinto secolo avanti cristo i greci innalzarono maestosi templi dorici. Il poeta Pindaro la definiva “la più bella città fra quante albergo son d’uomini”. Agrigento, con la sua valle dei Templi, patrimonio dell’umanità, ancora oggi richiama milioni di turisti da tutto il mondo.

Raccontata dal suo figlio più geniale, Luigi Pirandello, pubblicizzata in tutte le guide turistiche, inserita come tappa imprescindibile nei tour siciliani, succede però che nel 2018 un posto così fascinoso venga presentato con una scheda che neppure il più torvo viaggiatore si azzarderebbe a scrivere, nemmeno sotto falso nome sui social. Cedendo a facili stereotipi, che sembravano ormai consegnati a un passato lontano e sepolto, non un anonimo turista deluso, ma addirittura la easy rough guide, la guida turistica edita da Feltrinelli, dice di Agrigento- leggiamo testualmente – che “la città ha uno scarso senso di identità e non risulta una sorpresa apprendere che qui gli atteggiamenti di tipo mafioso sono ben radicati”. Ora, che Agrigento sia stata condizionata dalla mafia, che abbia pagato un prezzo altissimo con l’uccisione di magistrati e carabinieri e poliziotti, è storia che nessuno può e vuole cancellare.

Ma che una guida europea scriva questo e si accanisca avvertendo i turisti che ad Agrigento c’è una maggior tendenza fra i ristoratori, rispetto al resto della Sicilia, a perpetrare piccole truffe, beh, è sembrato francamente troppo agli agrigentini tutti, che con il sindaco Lillo Firetto in testa, e il presidente della Confcommercio Sicilia, Francesco Picarella, chiedono conto e ragione alla Feltrinelli, la diffidano a correggere e minacciano azioni legali di risarcimento. Non è la prima volta che accade. La stessa guida ad agosto è finita nella bufera per aver descritto Caserta una città anonima, in mano alla Camorra. Sarà colpa di autori stranieri… come Ros Beford, l’autrice di questa guida che ha fatto inviperire la parte sana di quella Sicilia che si vuole liberare di vecchi e stanchi luoghi comuni.