“I posti di lavoro cambieranno, le aziende non assumono proprio perché hanno paura del blocco dei licenziamenti”. Così il presidente di Confidustria Sicilia, Alessandro Albanese, sulla mancata proroga al 28 agosto del blocco dei licenziamenti. Come preannunciato dal governo nazionale, la proposta verrà ritirata, e il blocco sarà rimosso a partire dal 30 giugno. Uno scenario che preoccupa i sindacati, i quali ipotizzano la perdita di 57 mila posti di lavoro solo in Sicilia. Albanese, al contrario, ci vede degli effetti positivi: “Tenere bloccati i licenziamenti – scandisce Albanese a Repubblica – non fa altro che rinviare il problema. Senza ristrutturazioni aziendali si rischia di chiudere. Il problema del blocco dei licenziamenti è questo. Invece bisognerebbe cambiare metodo, immaginando un modello di welfare del tutto nuovo”. “La Sicilia – analizza ancora il leader di Confindustria – ha un Pil legato a turismo e agroalimentare in maniera abbastanza stretta: fanno circa il 30 per cento del prodotto interno lordo. Attendiamo l’estate: se riparte quello, ripartiamo. Al momento a dare la spinta è l’industria, sia in senso stretto che allargandosi all’edilizia, che cresce col superbonus nonostante gli intoppi burocratici”.