Raccontare, raccontare e raccontare: è sempre stata la grande ossessione delle Orestiadi, una vocazione febbrile perché le ceneri del passato trasformassero la memoria in documenti del presente, perché il monito o il pianto della scena e della musica elaborassero creativamente lutti, dolori, errori. Al secondo mandato da direttore artistico, Alfio Scuderi non deroga da questa tensione del festival gibellinese arrivato quest’anno alla trentottesima edizione, «non rassegna ma progetto», non soltanto tematico ma anche di sinergia tra istituzioni teatrali e musicali (dal Teatro Biondo a Curva Minore, dall’Associazione di drammaturgia contemporanea siciliana Laitudini al Teatro dei Due Mari) e tra artisti di ogni linguaggio e provenienza. «La storia del nostro e di altri Paesi, la storia della nostra Isola – sottolinea Scuderi – faranno da leit-motiv, saranno il tema principale, memorie, ricorrenze, occasioni da ricordare: come il primo sbarco dell’uomo sulla Luna, ad esempio, come la prima volta che tra le baracche del Belice colpito dal terremoto, mezzo secolo fa, Dario Fo venne a recitare il suo Mistero buffo».

Si parte il 5 luglio con una produzione esclusiva delle Orestiadi, una sera «di racconti, miti, favole e allunaggi», dal tramonto a notte fatta, con la partecipazione di Luigi Lo Cascio (coadiuvato da Salvo Arena e Gaia Insenga), uno zibaldone la cui consulenza drammaturgica è di Umberto Cantone e la suggestione affidata alle visioni scenografiche di Enzo Venezia. Il 6 sarà la volta di Carapace, in prima nazionale di Roy Paci e Pablo Solari autori, il primo anche mattatore con il Corleone Ensemble, il secondo pure regista. Il 7 Il mio nome è Caino scritto da Claudio Fava ed affidato all’attore messinese Ninni Bruschetta. Il 12 sarà la volta del «narrattore» Marco Baliani e del suo Una notte sbagliata che arriva dal Napoli Teatro Festival mentre il 13 Ugo Dighero interpreterà Mistero buffo che Dario Fo venne a recitare tra i terremotati proprio cinquant’anni fa. Il 19 luglio, in ricordo di Paolo Borsellino, Le parole rubate di Gery Palazzotto e Salvo Palazzolo con Gigi Borruso e le musiche di Betta-Spitaleri-Lannino. Il 20 luglio, a mezzo secolo esatto dalla notte del primo allunaggio dell’uomo Silvia Ajelli rievocherà magia e mistero lunari ne Le esequie della luna tratto da Lucio Piccolo, regia di Rosario Tedesco.

Il 21 luglio Chiara Lagani e Fiorenza Menni saranno protagoniste di un progetto letterario-teatrale, Da parte loro nessuna domanda imbarazzante, ispirato al best-seller L’amica geniale di Elena Ferrante. Altro «narrattore» il 27 e 28 luglio, Marco Paolini con la regia di Gabriele Vacis in Nel tempo degli dei – Il calzolaio di Ulisse.

Il 3 e il 4 agosto spazio alla nuova drammaturgia siciliana, quella «under 35»: Le sorelle N.  di Riccardo Rizzo autore e regista e Visionarie di Costanza Minafra, autrice ed interprete con Giulia Pino. Si torna anche quest’anno al Cretto, il 10 agosto, secondo una tradizione rinnovata l’estate scorsa da Scuderi: il sudario di cemento che Burri fece scivolare sulla macerie di Gibellina vecchia sarà lo scenario di Pina, omaggio di cinque coreografi siciliani contemporanei a Pina Bausch nel trentennale del suo Palermo Palermo che proprio nel capoluogo fu ideato e realizzato. A quell’evento sarà anche dedicata una mostra fotografica di Piero Tauro, Da Palermo a Palermo: 1989/2019  (dal 3 all’11 agosto).

Ancora la luna protagonista, l’11 agosto, con Rocco Papaleo e il suo Lunario – Osservatorio poetico per gli amanti della luna che le Orestiadi producono avvalendosi delle musiche di Lelio Giannetto eseguite dal vivo dalla sua Sicilian Improvisers Orchestra.

Due gli appuntamenti con la musica: il 5 luglio Il suono del tramonto/Il tramonto del suono e il 20 luglio Radicetersa. E c’è anche un’ospitalità spettacolare, quella del 2 agosto con Fire & Light, una performance del Teatro del Fuoco.