L’intervento a gamba tesa di De Luca sul Giornale di Sicilia ha provocato alcune reazioni nel mondo della politica. Il primo a prendere le distanze dalle affermazioni dell’ex sindaco di Messina è stato Antonello Cracolici, ricandidato col Pd: “De Luca è personaggio già noto alle cronache per il suo progetto del nulla, e continua a mettere in piedi volgari show nel tentativo di nascondere il vuoto pneumatico della sua proposta politica”. Anche il giornalista di Repubblica, Gery Palazzotto, ci va giù pesante: “Questo tale – esordisce Palazzotto parlando di De Luca – arringa le sue truppe del web contro i poteri forti mafiosi di un giornale che è talmente forte da essere sommerso dalla cassa integrazione, i cui lavoratori per sbarcare il lunario hanno accettato da tempo tagli di ogni genere e si devono sentire addirittura additati dal tale col bicchierino in mano come pericolosi criminali armati di una penna che “si devono ficcare in culo”. Il punto è che migliaia di persone abbaiano appresso al primo abbaiante, ringhiano assieme a lui e addirittura invocano in coro vendetta. È qualcosa di mai visto prima, in un eterno, atroce, alzare l’asticella della provocazione. Questo tale si chiama Cateno De Luca e la sua chiamata alle armi è degna di attenzione da parte delle forze dell’ordine. Perché le cose vanno dette chiaramente. Un candidato sbraitante, minaccioso, manifestatamente fuori controllo è davvero quello che volete alla guida della Regione? Il suo buon governo, un misto di politica neo melodica e munnizza verbale, non vi ispira neanche un minimo di diffidenza? E soprattutto uno che parla di mafia e usa minacce in pieno stile mafioso è uno al quale affidereste le chiavi del palazzo del potere?”.