Le dimissioni dell’amministratore delegato di Gesap, la società che gestisce l’aeroporto Falcone-Borsellino di Palermo, apre uno squarcio preoccupante sul futuro di uno scalo che negli ultimi tempi ha macinato record (in primis, quello relativo al numero di passeggeri: 7 milioni nel 2022). Ma il giocattolo, come evidenziato dal dimissionario Giovanni Scalia, rischia di rompersi proprio a un passo dallo spoils system, cioè il ricambio ai vertici delle partecipate del Comune di Palermo, che negli ultimi giorni ha infittito le trame politiche e deteriorato i rapporti fra partiti.

Scalia si è presentato dimissionario al Consiglio d’Amministrazione in cui è stata fissata l’Assemblea dei soci (il 10 marzo) per la nascita della nuova governance: “Da luglio – ha spiegato a Repubblica – ho continuato ad affrontare tutti gli impegni del piano industriale e del piano strategico. Abbiamo accelerato i lavori al terminal dove adesso sono impegnati 80 addetti, abbiamo definito l’arrivo della compagnia aerea Turkish Airlines che dal 5 maggio collegherà Palermo con Istanbul. C’è un’emergenza personale con un’età media di 54 anni contro i 44 degli altri scali europei. Si è già aperto il confronto con Enac per il nuovo piano di investimenti 2024-2027. Sono tutti temi che non si possono rinviare ma che devono essere portati avanti da un board nel pieno dei suoi poteri. Non ha senso lavorare senza un mandato pieno, per questo mi fermo qui”.

A Scalia dovrebbe subentrare Vito Riggio, che dopo essere arrivato a un passo dalla guida di Airgest (la società di gestione dell’aeroporto di Trapani) si scalda per Punta Raisi. Anche se uno dei temi all’ordine del giorno riguarda proprio la fusione delle società che gestiscono i due scali: “Abbiamo già accordi con Trapani ma se l’Airgest non viene prima risanata nei conti la Gesap non potrebbe sobbarcarsi le sue perdite – spiega ancora Scalia -. In più la fusione deve essere anche di infrastrutture a iniziare dalla ferrovia veloce tra i due scali. Con gli attuali piani, comunque, lo scalo di Palermo da solo può crescere per altri 15 anni fino a 13 milioni di passeggeri”. Infine, un piccolo bilancio dei suoi anni al timone: “Ho trovato uno scalo da 4 milioni di passeggeri, con cantieri bloccati e che stava per essere commissariato e doveva essere ricapitalizzato dai soci. Adesso siamo oltre i 7 milioni di passeggeri, abbiamo superato i livelli del 2019. I lavori precedenti sono stati tutti conclusi e sono in corso quelli di ampliamento del terminal che entro l’estate vedranno aprire tutti i ristoranti lato mare. Abbiamo 40 milioni di euro di liquidità, 10 milioni di utile netto che con i nuovi spazi commerciali diventeranno 25”.