La prima notizia di campo giunta da Palermo in questi giorni è il licenziamento di Rino Foschi. Il direttore sportivo, spalla di Maurizio Zamparini, e unico reduce del passaggio di proprietà agli inglesi, si vedrà recapitare nelle prossime ore una lettera del club, in cui il nuovo amministratore delegato Emanuele Facile lo farà sostanzialmente fuori. Al momento Foschi non ne sa nulla, o così dice: “Ancora non mi hanno detto niente, non so nulla, ho fatto il possibile per il bene del Palermo – ha dichiarato ai microfoni di Gds.it -. Stavo cercando di lavorare al meglio anche per gennaio ma sono loro che decidono essendo i proprietari e quindi facciano loro”. La cacciata di Foschi, strano scherzo del destino, arriva nell’ultimo giorno di calciomercato, quello in cui solitamente si corre ai ripari cercando di imbastire operazioni last minute. Foschi non ne avrà la possibilità (sono recentissimi gli screzi con la nuova proprietà, in modo particolare con il consulente Holdsworth, che si era autoproclamato direttore tecnico del club). Piuttosto, come documentato da Repubblica, al Palermo dovrebbero arrivare tre calciatori nelle prossime ore: due giocano in Inghilterra e uno negli Stati Uniti. I loro nomi rimangono top secret, un po’ come quello degli imprenditori che stavano dietro l’acquisto del Palermo e di cui non si è mai fatto il nome, a operazione conclusa e sigillata, perché l’azionista di maggioranza era quotato in borsa.

C’è ben poco di calcio dietro le ultime vicende spinose che attanagliano lo storico club rosanero che – la storia sarà sfuggita a molti – vive comunque un momento sportivo non trascurabile: primo posto nel campionato di Serie B, nonostante le due sconfitte consecutive con Salernitana e Cremonese. Ma fuori dal campo rischia di precipitare tutto. L’ultima novità, freschissima anch’essa, è che persino il nuovo presidente, Clive Richardson, avrebbe rinunciato a fare il presidente… E’ stato lui stesso ad annunciarlo a un sito web che segue le vicende della squadra. Sport Capital Group, la società quotata a Londra che controlla la rete che gestisce le proprietà del Palermo (un sistema preoccupante di scatole cinesi senza un euro nelle rispettive casse) resta così acefala. Forse perché all’orizzonte si sente, più acre che mai, la puzza di bruciato.

Il club, stando così le cose, sarebbe fuori dal prossimo campionato di calcio (poco importa che si tratti di Serie A o B). Due funzionari della Covisoc – la commissione di vigilanza che si occupa di appurare la solidità finanziaria dei club professionistici – sono giunti ieri mattina negli uffici dello stadio Barbera per fare tutte le verifiche del caso sul passaggio di proprietà che ha coinvolto Zamparini, l’advisor Maurizio Belli e gli acquirenti inglesi. Da cui Zamparini, notizia delle ultime ore, si sente truffato. E pensare che non più tardi di un paio di mesi fa, presentandosi in conferenza stampa per annunciare il passaggio di consegne, aveva detto che dopo tante fregature si erano presentate alla sua porta delle persone serie che andavano sostenute. E meno male.

Adesso che gli inglesi non trovano un euro – stanno in realtà cercando una ventina di milioni per provvedere a un aumento di capitale immediato e poter pagare, tra le altre cose, gli stipendi dei calciatori – anche l’ultima cessione ha sempre più il sapore di una farsa e tutti, compreso l’ad Facile, quello che ha licenziato Foschi, invita i papabili acquirenti a farsi avanti. Ma per comprare cosa? Una società con l’acqua alla gola, senza proprietari e senza alcuna garanzia di sopravvivenza? Ma davvero il Palermo calcio meritava una fine così impietosa? Alla finestra c’è di nuovo Follieri, l’imprenditore foggiano trapiantato negli Usa che Zamparini qualche mese fa, dopo aver firmato un pre-accordo, mandò via a calci del sedere. Per affrontare questa fase serve un uomo temerario.