Mamma di due figlie e harleista sfegatata. La doppia anima di Patrizia si divide lungo strade nei suoi lunghi viaggi in moto in sella alla sua Iron 883 e sul palco di un teatro, quello sociale che mette in scena i disagi gli ultimi della società. Viaggiare è una passione che unisce tanti, tantissimi appassionati di Harley Davidson come Patrizia da ogni parte del mondo. Iscritta al Palermo Chapter, il club ufficiale per gli appassionati di Harley Davidson, Patrizia condivide questa passione con il marito: “Viaggiamo però su due moto diverse. Il viaggio mi dà un senso di libertà unico che non riesco a trovare facilmente in altre cose che faccio”. Dalla sella al palcoscenico il passo è breve. “Nel teatro, che è la forma d’arte che più mi coinvolge ed emoziona, trasformo in energia tutte le mie paure che nonostante la mia immagine forte di donna, sono tante”.

Il pubblico, le emozioni e le luci del palcoscenico, in teatro Patrizia si lascia sorprendere e coinvolgere dalle sue paure cercando di giocare con gli aspetti della sua personalità che vengono fuori quando è in scena. “Non in funzione di come il pubblico possa rispondere ma solo per dare sfogo alla mia fantasia”, racconta. I prossimi impegni che la vedranno sul palco, sono al teatro Santa Cecilia il 5 maggio con il clarinettista Giovanni Mattaliano per l’Opera Ethno Clarinet come voce narrante delle otto composizioni dedicate a otto paesi siciliani di origini arabe e una serie di spettacoli con l’autrice e regista Anna Mauro, con la quale Patrizia ha un’amalgama perfetta. “Amo follemente essere guidata dalla sua genialità. Una delle caratteristiche di Anna Mauro è dare voce agli ultimi, a coloro che la vita costringe ai margini della società”.

Tra gli spettacoli che Anna e Patrizia porteranno in scena ci sono “Stracchiolitudine” con due repliche al teatro Roma di Bagheria il 19 maggio e al teatro Zappalà il 31 agosto e “Cerchi sull’acqua”. “Stracchiolitudine” è ambientato nella sala d’attesa di uno studio medico. Patrizia interpreta un personaggio immateriale, un’entità all’interno dello studio che si trova a dare spunti per il raggiungimento del Paradiso ammonendo i presenti a non lasciarsi prendere dal nervosismo ma a pensare alla fila dei pazienti come un’opportunità per cogliere aspetti umani importantissimi. “È il mondo parallelo dei potenti e conformisti, così come quello degli invisibili. Il mondo di coloro i quali, pur non avendo nessuna importanza di ruolo, eccedono nel tono della voce, nell’utilizzo delle parole e nei gesti per imporsi, acquisendo un ruolo nella società”. In una perfetta galleria di “tipi”, troviamo il “saccente”, “l’acqua cheta”, il “brontolone”, durante la lunga attesa di questo Godot. Protagonista, Franca, una donna divertente che non vuole restare ai margini e così decide di scrivere un libro. L’unico problema è il suo analfabetismo. La protagonista saprà raccontarsi attraverso un linguaggio colorito ma allo stesso tempo semplice e diretto.

“Cerchi sull’acqua” sono invece sketch di vita di personaggi che fanno emergere le proprie aspirazioni più nascoste pur restando sé stessi. “Ci sono diversi modi di lanciare un sasso nell’acqua”, si legge nella presentazione di Simonetta Genova, una delle attrici storiche della compagnia. “Così come ci sono diversi modi di provocare la risata in un intreccio originale e intrigante tra realtà e finzione”. “In ognuno di noi c’è un barbone che si manifesta più volte nel corso della nostra esistenza, soprattutto quando sentiamo la necessità di rompere con il mondo, di fuggire dalla realtà, di non essere più riconoscibili, tante sono le negazioni e le umiliazioni subite”, racconta Anna Mauro. Insieme alla regista, Patrizia sta lavorando agli spettacoli “Il Barbone di Partanna”, già andato in scena con grandissimo successo e “Il mare della vita”, un’opera poetica di grandissima intensità emotiva portato in scena al Teatro Biondo nel 2018. Prevista anche una messinscena de “Le ultime volontà”.