Le volpi che si muovono dentro l’Assemblea regionale sotto la bandiera del Movimento Cinque Stelle hanno inventato un nuovo ordigno per colpire e affondare gli avversari. Si chiama “continuità”. Lo hanno sperimentato ieri su Nino Caleca, che è uno dei più prestigiosi avvocati della Sicilia, un giurista di chiara fama. Nel tentativo di evitare che Caleca possa diventare, come previsto, membro del Consiglio di giustizia amministrativa, le volpi grilline gli rinfacciano il peccato di “continuità” con il governo Crocetta. Non sanno però che la continuità è un’arma a doppio taglio, in grado di creare alla Regione un deserto esteso quanto il Sahara. Basta pensare a tutti quelli, a cominciare dal bullo di Palazzo d’Orleans, che hanno una continuità con Raffaele Lombardo. O basta pensare a Luigi Di Maio e alla sua continuità con il padre, imprenditore del lavoro nero.