Attorno ai palazzi vuoti della politica palermitana, si snoda la protesta dei sindacati per i tagli subiti da alcune categorie di lavoratori (Esa e Consorzi di Bonifica, per citarne due) nell’ultima Finanziaria. Ma anche la polemica dei Cinque Stelle, che non hanno gradito la settimana di “permesso” presa dal presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, nel bel mezzo di una sessione di Bilancio così complicata, che ha costretto la Regione alla “gestione provvisoria”. Cioè l’impossibilità di spendere un euro. “Qualsiasi impegno del presidente non può venire prima delle esigenze dei siciliani – ha detto il deputato questore Salvatore Siragusa – Quando finalmente la Legge di Bilancio e la Finanziaria sono giunte a Palazzo dei Normanni, ecco un’inspiegabile pausa in pieno febbraio. Una cosa da irresponsabili”. In realtà la seduta all’Ars rimane aperta, ma i lavori ripartiranno lunedì, non appena Micciché rientrerà alla base dal suo periodo di riposo in Lombardia. Che in realtà non inficia il percorso della manovra: “Abbiamo davanti una legge finanziaria che non sappiamo se è zero o mille – ha ribadito all’Adkronos il presidente dell’Ars – Mancano una serie di carte che devono arrivare dall’assessorato al Bilancio. Quando saremo pronti andremo in aula. Anche se io fossi a Palermo in questo momento non si potrebbe fare seduta”. Anche se dall’assessorato al Bilancio, secondo Repubblica, fanno sapere che non c’è alcun ritardo e che la struttura si è solo adeguata ai tempi dettati dall’Ars.