Con Musumeci fuori sede – si trovava a Roma per parlare di infrastrutture – all’Ars si consuma l’ennesimo strappo all’interno della sua maggioranza. E stavolta il motivo del contendere riguarda le elezioni di secondo grado alle province: erano in programma il 30 giugno, ma adesso, tramite un emendamento presentato da alcuni deputati alla legge sulla promozione del turismo nautico e dei Marina resort, slittano all’aprile 2020 (diventano sette gli anni di commissariamento degli enti intermedi). E rischia di nascere un caso. Perché in sede di dichiarazione di voto sia Diventerà Bellissima, per bocca dell’onorevole Savarino, che Forza Italia si erano detti contrari alla proposta. Eppure il provvedimento è passato col voto segreto: 24 voti favorevoli su 33 votanti, mentre si è astenuto il gruppo del Movimento 5 Stelle. I firmatari dell’emendamento erano i deputati dell’Udc, Figuccia e Lo Curto, Danilo Lo Giudice del gruppo Misto, D’Agostino di Sicilia Futura, Catalfamo dei Fratelli d’Italia e Pullari dei Popolari e Autonomisti. Figuccia ha subito rivendicato il blocco delle elezioni, perché – dice – “non avrebbero giovato a nessuno considerato che al momento, si tratta di enti assolutamente inutili”.

La replica per Diventerà Bellissima è affidata a Giorgio Assenza: “Visto che, in tema di legge elettorale, è stato già usato il termine Porcellum, mi passate la definizione boiata? Vi spiego perché si è trattato di un doppio attacco alla democrazia: innanzitutto perché si aggiunge al peccato originale della mancanza del suffragio universale questa odierna proroga di un intero anno del commissariamento dei liberi consorzi mentre perpetua l’esagerato potere decisionale dei supersindaci delle città metropolitane poiché privi di controllo; in secundis perché in Aula il provvedimento è arrivato in maniera farraginosa (addirittura, per lunghi minuti non abbiamo nemmeno saputo chi lo avesse presentato), perché è stato messo nel corpo di un ddl con il quale non aveva nulla a che fare, quello per la nautica da diporto, infine perché è stato portato al voto segreto, già di per sé pratica non trasparente, ed è passato dunque con l’evidente voto favorevole anche del Pd nonché con l’astensione benevola dei 5 Stelle. Se non è consociativismo questo…”.